«Omicidio Bruzzese, confermate l’ergastolo per i 2 killer ». La richiesta in Appello del pg Rossi che ha ricostruito i passaggi salienti dell’inchiesta
PESARO Omicidio Bruzzese, la procura generale chiede la conferma dell’ergastolo nel processo d’appello a carico di Michelangelo Tripodi e Francesco Candiloro. L’accusa è quella di essere stati gli esecutori materiali del delitto di Natale del 2018 ai danni di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili davanti alla sua abitazione, in via Bovio.
Le tappe dell’indagine
La “colpa” di Marcello era quella di essere il fratello di un pentito di ‘ndrangheta. Un omicidio aggravato dunque dal fatto di aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso, la famiglia calabrese Crea, alla quale apparteneva Girolamo Biagio, fratello della vittima, prima di diventare collaboratore di giustizia. Ieri ad Ancona il procuratore generale Roberto Rossi ha ripercorso le complesse attività di indagine che portarono all’individuazione dei due esecutori materiali. In aula sono state mostrate le immagini delle telecamere di videosorveglianza che, nel pomeriggio di Natale del 2018, ripresero la vittima e i due assassini. In città, i sicari avrebbero girato con due auto (una Panda e una 500L con targhe criptate) oppure a piedi. Avrebbero anche soggiornato brevemente in alcuni alberghi di Pesaro, presentando documenti falsi. In dotazione avrebbe avuto delle sim olandesi abbinate a sistemi crittografati per impedire eventuali intercettazioni. Un delitto pianificato per una vendetta trasversale nei confronti di un testimone decisivo nel processo in cui erano stati condannati Teodoro Crea a venti anni di reclusione e i suoi due figli a quindici anni di reclusione ciascuno. Da qui le indagini con targasystem e un software per decodificare le migliaia di comunicazioni intervenute e identificare i presunti autori. Al termine della requisitoria la procura ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, dunque l’ergastolo per il 45enne Tripodi e il 44enne Candiloro. Per la parte civile in aula l’avvocatessa Giulia Cometti che si aspetta una conferma della sentenza di condanna di Tripodi e Candiloro e la conferma anche dei risarcimenti civili che hanno già riconosciuto alla moglie e ai tre giovani figli: 50.000 euro a titolo di provvisionale.
Lo stratega
Marcello Bruzzese, incensurato, viveva da anni sotto protezione a Pesaro con la famiglia, pur usando il suo vero nome. A giugno la corte d’assise di Pesaro aveva invece condannato all’ergastolo, in primo grado, il 58enne Rocco Versace. Secondo l’accusa avrebbe pianificato l’omicidio con sopralluoghi, fornendo anche le utenze olandesi a Tripodi. Per la corte un «ruolo determinante nella progettazione e pianificazione dell’omicidio».