Cultura

Oggi “Wake Up!” dei Boo Radleys compie 30 anni

Quando Martin Carr decide che è tempo di abbassare la soglia della sperimentazione e che è arrivato il momento di essere dritti, melodici e lineari (in stile Boo, sia chiaro), beh, ecco che non ce n’è più per nessuno e il primo posto in classifica, in pieno trionfo britpop, è assicurato.

La truppa di Liverpool non si tira indietro a questa sfida melodica e dopo lo shoegaze e le melodie ruvide degli esordi, dopo il perfetto calderone sonoro del memorabile “Giant Steps” ecco che che il mandato sembra proprio quello dell’immediatezza. Poi io sottolineo sempre “sembra”, perché Martin e soci sanno spiazzare e cambiare le carte in tavola, ma questa volta lo fanno realmente in torno astutamente misurato.

Beatles + Beach Boys + Kinks + guitar pop ruspante + fiati travolgenti. Il gioco è fatto: “Wake Up!” non sbaglia un colpo. Meno sonico e arzigogolato di quanto ci potevamo ricordare certi Boo, il disco è spesso solare e travolgente, carico di ritornelli da mandare a memoria in tempo zero, con dei coretti che chiedono solo di essere ripetuti all’infinito.

“Wake Up Boo!”, “It’s Lulu” e “Find The Answer Within” sono le vette altissime. Il suono è carichissimo e trovolgente e l’aggiunta dei fiati che punteggiano le melodie rende tutto veramente irresistibile. Belli anche i brani che sembrano rimandarci ai Teenage Fanclub dei primi tempi, ovvero “Stuck On Amber” (che inizia con questa armonica travagliata) e “Twinside” che trasuda power-pop.

Ma, come dicevo prima “sembra” che tutto scorra fin troppo in modo classico: calma, c’è sempre un Martin Carr al timone e con lui niente è così scontato. Ecco infatti i ritmi acidi di “Joel” che spezzano la quiete, il taglio sbarazzino e da Beach Boys strafatti di “Charles Bukowsi Is Dead”, la dimensione onirica che poi viene spazzata via dalla chitarrone (ma c’è pure una parte centra che profuma di anni ’70) in “Martin, Doom!” e l’oscurissima e deragliante “4am Conversations”.

Impossibile, però, non citare i due pezzi da 90 del disco. La conclusiva “Wilder” che pare uscire dalla penna di Billy Joel che si è messo in testa di scrivere un brano alla Elton John per farci commuovere dalla prima all’ultima nota, mentre il basso nel finale pulsa e l’aria è solcata da questa chitarra toccante e poi, beh, la vera meraviglia del disco, ovvero “Reaching Out From Here” in cui Martin straccia magistralmente Noel sul territorio della ballata acustica con una delle canzoni più bvelle dell’intero britpop.

Insomma, dai, lo avrete capito che adoro questo disco…

Pubblicazione: 27 March 1995
Studio: Rockfield, Rockfield, Monmouthshire, Wales
Genere: Alternative rock, Britpop, baroque pop
Lunghezza: 51:29
Label: Creation
Producer: The Boo Radleys

Tracklist:

Wake Up Boo!
Fairfax Scene
It’s Lulu
Joel
Find the Answer Within
Reaching Out from Here
Martin, Doom! It’s Seven O’Clock
Stuck on Amber
Charles Bukowski Is Dead
4am Conversation
Twinside
Wilder


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »