Cultura

Oggi “Familiar To Millions” degli Oasis compie 25 anni

Vengono in mente diversi altri live degli Oasis che meriterebbero di essere pubblicati: il famoso unplugged per MTV del ’96 al quale Liam decise di non presentarsi; sempre da quell’anno, i concerti di Knebworth e Maine Road.

Ancora: quello al Cliffs Pavilion di Southend-On-Sea dell’aprile del ’95 (uscito solo in formato video come “Live By The Sea”) e più avanti almeno il concerto al Finsbury Park di Londra del 2002.

Insomma fa un po’ strano che ad oggi l’unica testimonianza ufficiale della loro esuberanza dal vivo rimanga “Familiar To Millions”.

Di per sé non ha particolari difetti, va detto. Anzi, pur pagando il confronto con – appunto – altri momenti ben più epici (e comunque idealizzati) della band, ha il pregio di mettere in evidenza che in “Standing On The Shoulder Of Giants” gli episodi buoni non mancano (“Who Feels Love”, “Go Let It Out”, soprattutto “Gas Panic!”), di ripescare una b-side come “Step Out” (brano rimasto fuori da “Morning Glory” perché troppo simile a “Uptight” di Stevie Wonder), di fare comunque gran sfoggio dell’ottima chimica creatasi con i nuovi innesti Andy Bell e Gem Archer e di riflettere bene quale isteria fosse riservata (e lo è ancora oggi) a classici immortali come “Shakermaker”, “Supersonic”, “Roll With It”, “Stand By Me”, “Don’t Look Back In Anger”, “Rock’n’Roll Star”, “Champagne Supernova”, “Wonderwall” (qui in versione iper-elettrica). Qualcosa di oggettivamente eccitante.

E poi questo disco ovviamente mostra l’interazione pungente tra i due fratelli, entrambi (è cosa nota) perfetti bulletti di periferia.

Liam si presenta sfottendo la folla di Wembley («hello Manchester!, era ora che tirassero giù questo posto di merda!»), incita le ragazze a tirare fuori tette da mandare sul maxischermo («ma chi cazzo ha avuto l’idea della cabina telefonica l’ultima volta? – il riferimento è all’allestimento del tour di Be Here Now – bastavano un paio di tette!»), urla al fratello di scriverne altre come “Supersonic”, cambia i versi di “Roll With It” («don’t let any fucker get in your way» – ma non è una novità, e lo fa ancora); è carico a mille e la sua voce è in forma eccelsa.

Noel, dal canto suo, se la prende più che altro con i tecnici di palco, paga tributo a Neil Young (“Hey Hey, My My”), chiama cori da stadio per Bell.

Ma “Familiar To Millions”, registrato nell’estate del 2000 e pubblicato nel novembre dello stesso anno, è ben figlio delle circostanze: sono gli Oasis reduci da un album accolto in malo modo, traumatizzati (anche se non secondo Noel) dall’abbandono di Bonehead e Guigsy.

Soprattutto, quelle due date a Wembley nella prima estate del nuovo millennio capitarono in mezzo ad una serie di eventi particolarmente turbolenti che meriterebbero un romanzo: dopo aver mal digerito una serie di intemperanze del fratello, il 20 maggio Noel molla e il concerto previsto per quella sera stessa a Barcellona viene cancellato (nove anni più tardi, lo stesso ricapiterà a Parigi e sarà la fine della band); il tour procede a singhiozzo, tra altre cancellazioni e rimpiazzi improbabili (Matt Deighton, ex Mother Earth, tirato a bordo un po’ a caso). Ad inizio luglio è ufficiale il divorzio tra Liam e Patsy Kensit – ampiamente anticipato dalla stampa. Noel ritorna per il concerto di Dublino dell’8 luglio, poi – con Wembley in vista – dichiara che «per questi prossimi concerti ci sono ancora, per il futuro non so».

Le cronache della seconda serata nello stadio londinese (non a caso “Familiar To Millions” viene dalla prima, il 21 luglio) riportano di un Liam particolarmente alticcio ed in condizioni impresentabili proprio a causa della definitiva rottura con Patsy.

Finito così? Nemmeno per sogno, perché il 2000 è l’annus orribilis degli Oasis: Noel divorzia da Meg Matthews in autunno, si scopre che negli ultimi tempi aveva frequentato più che altro Sarah MacDonald, i giornali si buttano a pesce sulla ragione del divorzio di Liam (cioè Nicole Appleton).

Tutta roba di contorno, verrebbe da dire, ma distinguere la vita artistica dei Gallagher dalle loro vicende personali è sempre stato un esercizio inutile.

E quindi “Familiar To Millions” è anche una inquietante cartolina da un passato che forse vale la pena di non rivangare.

Anche per questo motivo, probabilmente, sarebbe ora di aprire i cassetti e pubblicare anche qualche altro bel concerto (visto che, diciamocelo, ultimamente non mancano!).

(L’articolo nella sua forma originale lo trovate su ‘Non siamo di qui’ che ringraziamo per la gentile concessione)

Pubblicazione: 13 novembre 2000
Durata: 45:43 (CD 1), 46:29: (CD 2), 68:29 : One CD Edition)
Tracce: 18 (Versione normale), 13 (Versione ridotta)
Genere: Rock alternativo, Britpop
Etichetta: Big Brother – Epic Records
Produttore: Mark Stent, Paul Stacey
Registrazione: Stadio di Wembley-21 luglio 2000, tranne Helter Skelter, registrata al Riverside Teathre di Milwaukee, nel Wisconsin, Stati Uniti, il 16 aprile 2000

Tracklist:

Fuckin’ In The Bushes
Go Let It Out
Who Feels Love?
Supersonic
Shakermaker
Acquiesce
Step Out
Gas Panic!
Roll With It
Stand by Me
Wonderwall
Cigarettes & Alcohol
Don’t Look Back in Anger
Live Forever
Hey Hey, My My
Champagne Supernova
Rock ‘n’ Roll Star
Helter Skelter


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