Oggi a Caricamento il presidio pro Palestina “in risposta ai crimini dell’entità sionista”
Genova. Un presidio cittadino “in risposta ai crimini dell’entità sionista” è stato convocato in piazza Caricamento per le 18.30 di oggi, giovedì 3 ottobre, dai Giovani Palestinesi di Genova. Una manifestazione – lanciata con lo slogan giù le mani dal Libano – che farà da traino a quella del 5 ottobre a Roma, vietata dalla Questura della capitale ma confermata comunque dagli organizzatori, per la quale è altissimo il livello d’attenzione sul fronte dell’ordine pubblico.
“Negli ultimi tredici giorni stiamo assistendo a una serie di stragi devastanti: non solo in Palestina dove il genocidio perpetrato dall’entità sionista continua senza sosta, ma anche in Libano, dove l’aggressione sionista ha ucciso più di 1700 persone, causato più di 6000 feriti e lo sfollamento di un milione di persone – si legge sui canali social che lanciano la mobilitazione -. Questi attacchi rappresentano una manifestazione diretta del piano espansionista del sionismo, che non coinvolge soltanto la Palestina, ma anche gli Stati vicini. Tale arroganza e violenza sono il risultato del completo sostegno e dell’impunità che gli Stati occidentali hanno garantito all’entità sionista per anni.

“Lo Stato italiano ha dichiarato ufficiale il divieto di ogni manifestazione programmata per il 5 ottobre a Roma, in quanto rivendichiamo il diritto del popolo palestinese a resistere al colonialismo e all’oppressione. Questo divieto non è altro che un preludio all’instaurazione di uno stato di guerra, previsto dal Ddl 1660, il nuovo decreto sicurezza del governo Meloni, concepito per reprimere qualsiasi forma di protesta e dissenso, incluso il nostro”, proseguono.
“Dopo un anno di genocidio in Palestina e mentre assistiamo al massacro in Libano, il governo italiano decide di identificare i movimenti di solidarietà con la Palestina come il vero problema. Nonostante le oltre 48.000 vittime a Gaza e oltre 1.700 persone uccise in questi giorni di bombardamenti indiscriminati in Libano, è la nostra resistenza ad essere criminalizzata, piuttosto che lo Stato sionista, che da 76 anni porta avanti il suo progetto coloniale senza ostacoli”.
Per questo motivo oggi gli organizzatori ribadiranno “l’importanza di partecipare alla manifestazione del 5 ottobre, considerata un atto di disobbedienza civile in solidarietà con il popolo palestinese, libanese e tutte le forme di resistenza contro il colonialismo”.