nuove regole su equo compenso e specializzazioni
Via libera ieri dal Consiglio dei ministri alla riforma generale delle professioni (14 quelle interessate), a quella degli avvocati e a quella delle professioni sanitarie, con lo scudo penale per i medici reso definitivo per i soli casi di colpa grave.
Avviato e poi rinviato a un altro Consiglio dei ministri il ridisegno delle regole per i commercialisti, predisposto sulla spinta della riforma approvata dal Consiglio nazionale della categoria, che era previsto all’ultimo punto dell’ordine del giorno della riunione che si è protratta per circa tre ore.
Il pacchetto per i professionisti, approvato ieri, è un ulteriore segnale di attenzione del Governo verso questo settore che conta 1,6 milioni di lavoratori (commercialisti compresi). Lo ha sottolineato anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni secondo cui questi provvedimenti hanno un obiettivo di fondo: «Promuovere il valore economico, culturale e sociale svolto nella nostra Nazione dal mondo delle libere professioni». E serviranno a «valorizzare i diversi ambiti professionali, adeguando le leggi di settore ai cambiamenti della società, semplificando e sburocratizzando i processi, potenziando i percorsi formativi, agevolando l’accesso».
Tutti i provvedimenti approvati ieri dal Governo sono disegni di legge delega: forniscono, cioè la cornice di principi e linee guida necessari e per poi rimandare a successivi decreti delegati, affidati all’esecutivo. Ora andranno tutti in Parlamento per l’approvazione. Arrivano a distanza di 13 anni dall’ultima legge organica per le professioni, il Dpr 137/2012.
Sono, appunto, 14 le professioni interessate dal riordino: architetti, consulenti del lavoro, geometri, periti, attuari, ingegneri (di cui si detta già un dettagliato elenco di specializzazioni) tra le più numerose. Il testo lascia fuori – come detto – avvocati e commercialisti, notai, tutte le professioni sanitarie, ma anche chimici fisici e biologi. Il Ddl si propone innanzitutto di mettere ordine nel labirinto di competenze e attività riservate che si sono stratificate e sovrapposte negli ultimi anni, fra le categorie. La relazione illustrativa su questo punto è chiara: non saranno attribuite nuove competenze o riserve, ma occorre «perimetrare le attività in base alle norme vigenti» facendo attenzione soprattutto ai casi in cui le materie e le competenze sono a cavallo tra varie categorie.
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