Veneto

nuove analisi sui reperti, ma Sebastiano ha cancellato la memoria della GoPro

Omicidio Liliana Resinovich: Sebastiano ha cancellato la memoria della GoPro il giorno della riapertura delle indagini.

Il giallo attorno alla morte di Liliana Resinovich continua ad arricchirsi di nuovi capitoli e di inquietanti interrogativi. La donna, 63 anni, era stata ritrovata senza vita il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste, venti giorni dopo la sua scomparsa. Un caso che, fin dall’inizio, ha diviso opinione pubblica e investigatori, oscillando tra l’ipotesi del suicidio e quella, sempre più accreditata, di un omicidio.

Nelle ultime ore, presso l’Istituto di Medicina Legale di Ancona, hanno preso il via nuovi accertamenti disposti dalla giudice per le indagini preliminari Flavia Mangiante. Le analisi, affidate ai periti Paolo Fattorini, Chiara Turchi ed Eva Sacchi, si concentrano in particolare sulla giacca che Liliana indossava al momento del ritrovamento. L’obiettivo è chiaro: verificare la presenza di tracce biologiche, fibre o impronte che possano indicare un contatto con terze persone e, di conseguenza, fornire elementi utili a chiarire le circostanze della morte.

A rendere ancora più delicata la situazione è emerso un dettaglio che non può non sollevare sospetti. La scheda di memoria di una GoPro appartenente al marito di Liliana, Sebastiano Visintin, unico indagato per omicidio, risulta infatti formattata. In quella scheda erano presenti filmati registrati il 14 dicembre 2021, giorno della scomparsa della donna. Ciò che desta perplessità è la data della cancellazione: il 13 giugno 2023, proprio lo stesso giorno in cui il gip Luigi Dainotti dispose la riapertura delle indagini. Una coincidenza che, agli occhi degli inquirenti e dei familiari di Liliana, appare quantomeno sospetta e che alimenta l’ipotesi di un tentativo di eliminare prove potenzialmente compromettenti.

Sul fronte legale, a seguire con attenzione gli sviluppi è l’avvocata Federica Obizzi, che assiste Veronica Resinovich, nipote della vittima. Presente ad Ancona all’avvio degli accertamenti, la legale ha espresso soddisfazione per il nuovo approccio investigativo: «Questi esami non erano stati eseguiti in passato perché non si ipotizzava un omicidio. Oggi, invece, lo scenario è cambiato e finalmente si stanno esplorando piste che prima non erano state considerate».

Non manca la voce della famiglia, che continua a chiedere verità e giustizia. «Non mi meraviglio di nulla – ha commentato Sergio Resinovich, fratello di Liliana – è il solito Sebastiano con il suo gioco delle tre carte. Ci sono molte anomalie nelle sue dichiarazioni e spero che la Procura faccia rapidamente chiarezza. Anche sul telefonino che ha regalato a un’amica e che risulta anch’esso formattato».

La prossima udienza, fissata per il 30 marzo 2026, dovrebbe fare il punto sugli esiti delle analisi e fornire nuove indicazioni agli inquirenti.


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