Liguria

Nubifragio nel Levante, poteva essere un’altra catastrofe: “Salvati dallo scirocco troppo debole”

Genova. Otto litri d’acqua per ogni metro quadrato di terreno nel giro di un’ora. Tanto è bastato ieri per mandare in crisi il Levante genovese e far esondare fiumi e torrenti, seppur in maniera non distruttiva. Ma le conseguenze avrebbero potuto essere ancora più gravi, perché quei temporali erano gli stessi che nel 2011 hanno provocato l’alluvione delle Cinque Terre o del Fereggiano.

“Il motivo per cui abbiamo avuto danni rimediabili nel giro di qualche ora è la ridotta stazionarietà dei fenomeni – spiega Federico Grasso, dirigente di Arpal -. Se quei temporali fossero rimasti sulle stesse zone per tre ore anziché per un’ora e mezza, avremmo rivissuto le tragedie del passato”. Per avere un’idea in termini numerici, ieri la stazione di Sant’Ilario ha registrato 81,6 millimetri in un’ora, Sestri Levante e Ognio (Neirone) 79,4 e Pian dei Ratti 73,2. Ben 22 stazioni su un territorio piuttosto vasto hanno sforato la soglia dei 50 millimetri all’ora, ampiamente sufficiente per allagare le strade. Nel 2011 il bacino del Fereggiano ricevette 181 millimetri in un’ora.

Determinante è stato come sempre il ruolo dello scirocco: “Non ha spinto a sufficienza”, ricorda Grasso. E questo ha fatto sì che la linea di convergenza si spostasse man mano verso Levante: lentamente, sì, ma abbastanza per impedire che lo stesso temporale martoriasse per ore la stessa vallata. Così Sori e Recco nel primo pomeriggio hanno visto tracimare i loro torrenti, ma in pochi minuti il livello è sceso. L’Entella, invece, ha risentito degli accumuli in Val Fontanabuona. Inutile dire che la saturazione del terreno al 100% ha giocato un ruolo cruciale: “In quelle condizioni si attiva subito il ruscellamento superficiale e tutto si riversa nei torrenti”. E infatti ieri, a differenza di altri episodi alluvionali, non sono state registrate raffiche di vento particolarmente intense: il massimo è stato raggiunto a Riomaggiore con 65 km/h.

I dati Arpal dicono già che il 2024 sarà un anno record sotto il profilo della piovosità. Dal 1° agosto ad oggi sono piovuti 926 millimetri a Urbe, 930 a Fiorino, 1.020 sulla diga di Giacopiane. Guardando agli areali delle zone di allertamento, le valli Scrivia, Trebbia e Aveto hanno raccolto in media quasi 2.000 millimetri da gennaio, 1.700 sono piovuti sulle valli Bormida e Stura, 1.600 sul settore centrale, 1.500 su Tigullio e Spezzino, 1.200 sul Ponente da Capo Mele a Ventimiglia. Tranne il Levante, sono tutti dati superiori al 2014 (altra data che richiama tragiche alluvioni).

Una vera ragione è difficile da individuare: “Fa parte della normale variabilità degli anni – spiega ancora Grasso -. Ricordiamo che 2021 e 2022 sono stati veramente siccitosi per il Ponente. Erano anni che il lago di Osiglia non si riempiva. Volendo individuare una tendenza di lungo periodo, sembra che il Centro-Levante negli ultimi anni stia vedendo aumentare la quantità d’acqua ricevuta e probabilmente continuerà così in futuro”.

Le previsioni di Arpal indicano per sabato mattina ancora cielo grigio con finestre soleggiate soprattutto sul Ponente, dal pomeriggio variabilità con locali schiarite che si alternano ad addensamenti e precipitazioni, più probabili nelle zone interne del Centro-Levante. Domenica ancora qualche debole piovasco sul Centro-Ponente ma in un contesto ancora soleggiato. L’ottobrata si farà sentire con temperature massime che toccheranno i 26 gradi nell’Imperiese. La tendenza per la prossima settimana – che ha uno scarso livello di affidabilità – suggerisce il possibile arrivo di una nuova perturbazione per giovedì o venerdì. L’attenzione è ovviamente su domenica 27 ottobre, che in Liguria coincide con l’inizio del voto per le elezioni regionali.

Generico ottobre 2024

A proposito di prevenzione e autoprotezione, fa discutere una foto circolata sui social che mostra una persona intenta ad attraversare il ponte di Sori completamente allagato, con l’acqua che scende a cascate sul torrente sottostante. “Questi sono comportamenti assurdi che vanno assolutamente evitati“, sottolinea Grasso. Da segnalare anche i numerosi contatti ricevuti da studenti, specialmente nel Ponente, che chiedevano l’innalzamento del livello di allerta per saltare la scuola. “Non funziona così”, sorride il dirigente Arpal che ricorda l’importanza di diffondere la cultura di protezione civile tra i banchi. Una risorsa disponibile per i docenti è il progetto Imparo Sicuro sviluppato in sinergia con ministero dell’Istruzione e Orientamenti.




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