Cultura

Nowhere – Have You Done This Before?

Ciò che è accaduto nel caso di Nowhere (al secolo Roberto Bonfissuto) con il disco “Have You Done This Before?”, è un piccolo miracolo musicale, nato nel nome dell’amore fraterno e di quello, puro, primordiale, per l’arte e le cose belle in generale. 

Credit: Archivio Famiglia Bonfissuto

È infatti grazie a Giulio, fratello del titolare dell’opera, e al produttore e discografico Andrea Liuzza (di Beautiful Losers), se questi nove brani hanno visto la luce, rivisitati, arrangiati e lavorati di cesello, senza che nulla dello spirito originario e dell’innato fascino venisse smarrito.

Sono canzoni a cui Nowhere ha meditato a lungo, nate in maniera spontanea ed espressione vivida dell’anima del suo autore, il quale purtroppo ci ha lasciato sei anni fa quando il tutto era ancora in fase embrionale.

Ora, quando il Nostro avrebbe compiuto quarant’anni, le possiamo quindi ascoltare in una nuova veste, anche se come ulteriore regalo nel disco sono presenti anche le versioni demo, che nella loro forma grezza e acustica mantengono inalterata l’intima grazia.

Quello di Bonfissuto era un talento naturale, eclatante vien da dire, in grado di emergere appieno in queste composizioni che, certo, non tradiscono i nobili ascendenti (che vanno dai Beatles a Nick Drake, passando per Syd Barrett e certo indie-folk più contemporaneo) ma che mostrano al contempo il seme dell’originalità, identificabile in determinati cambi di direzione spiazzanti, nel modo differente con cui vengono interpretate, nella gamma di atmosfere evocate.

Esemplificativa del suo mondo di rifermento, che poi è quello che va a tradurre un proprio mondo interiore, è la delicata title-track, ma sin dalla canzone posta in apertura (“My Youth”), dalle felici divagazioni psichedeliche, si percepiscono le traiettorie artistiche che verranno poi seguite.
Dentro questo album alberga il pop più nobile (si prenda come esempio la magnifica “I Want A Piece Of Life”), si riconoscono maestria nel disegnare melodie accattivanti e capacità di scrittura, vivida immaginazione e gran gusto nelle scelte degli arrangiamenti (e in questo ultimo frangente non si può non evidenziare la cura con la quale è intervenuto Liuzza).

E se è umano provare rimpianto per ciò che poteva essere e sentita commozione per il tragico destino occorso a Nowhere, se non altro possiamo abbeverarci di tanta genuina bellezza e ringraziare chi ha voluto lasciarcene una testimonianza forte e reale, perché grazie al cielo la buona musica rimarrà in eterno.


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