nove patteggiano, uno a giudizio. Il giro di spaccio tra le province di Macerata e Ancona. Tutti i nomi

CINGOLI Fiumi di droga da Roma a Cingoli, la corposa indagine antidroga dei carabinieri di Macerata denominata Los Pollos ieri è approdata dal gup e per i 19 imputati le strade si sono divise: in nove hanno patteggiato, sei hanno chiesto l’abbreviato, uno è stato rinviato a giudizio, mentre per tre di loro il fascicolo è stato trasmesso per competenza territoriale ad Ancona.
La ricostruzione
In base a quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto operativo provinciale guidato dal tenente colonnello Massimiliano Mengasini l’attività illecita era stata messa su da due gruppi composti da nordafricani che vivono a Cingoli e italiani che vivono a Roma. La droga, soprattutto hashish, sarebbe arrivata a Cingoli in grandi quantità, direttamente dalla Capitale ogni 10-15 giorni. Nel comune dell’entroterra sarebbe stata stoccata in luoghi sicuri per poi essere spedita per rifornire diversi spacciatori delle province di Macerata e Ancona. Il giro di droga era stato stimato in 385 chili di hashish, oltre nove chili di cocaina, circa due chili di marijuana per un valore complessivo di 5,4 milioni di euro. Le cessioni accertate tra il 2024 e quest’anno erano state 130 e in sei mesi erano stati sequestrati 54 chili tra hashish, cocaina e marijuana il cui valore sul mercato si sarebbe attestato sui 670mila euro.
Le scelte
In 19 sono finiti sotto accusa a vario titolo, da chi ha ricoperto ruoli di spicco a chi ha agito da staffetta, poi c’era chi avrebbe spacciato consegnato la droga dietro pagamento. Ieri gli imputati hanno fatto scelte processuali differenti e le loro strade si sono divise. Il gup Giovanni Maria Manzoni ha disposto la trasmissione del fascicolo ad Ancona per Yusif Morsaline, 24 anni e Ibrahim Qochih, marocchino 26enne (entrambi di Cingoli) e per il 26enne ghanese Abdul Hak Tahiru residente a Filottrano. Abderrazzaq Ammar, marocchino 29enne residente a Treia, non ha chiesto riti alternativi ed è stato rinviato a giudizio (il processo si aprirà il prossimo 13 gennaio davanti al giudice Enrico Pannaggi). Mentre in sei hanno chiesto l’abbreviato: i romani Damiano Faitanini (25 anni), Natascia Costantini (51 anni), Massimo Fronteddu (53 anni) e Mattia Grandi (25 anni) e i cingolani Said Qochih 23 anni, e Arasb Lotfi Fard, 20 anni. Per loro l’udienza è slittata all’11 febbraio.
I nomi
In nove invece hanno deciso di patteggiare la pena concordata con il pubblico ministero Enrico Barbieri: Anwar Turki, 27enne di Appignano (2 anni e 8 mesi, sostituiti in lavori di pubblica utilità e 11mila euro); Vasyl Bohdaniuk, ucraino 25enne di Cingoli (3 anni e 8 mesi); Sara Fabrizi, 22enne cingolana (2 anni, pena sospesa e 6mila euro di multa); Francesco Gara, jesino di 21 anni (3 anni e 8 mesi); Daniele Talamonti, sangiustese di 21 anni (8 mesi in continuazione con un precedente patteggiamento a 2 anni); Andrea Veinca, 21enne di Santa Maria Nuova (2 anni e 8 mesi, sostituiti in lavori di pubblica utilità, e 10mila euro di multa); Nicola Maria Franzese, 21enne di Jesi (2 anni e 4 mesi); Thomas Pioli, 38enne di Cingoli (2 anni e 7 mesi sostituiti in lavori di pubblica utilità) e Festime Ceku cingolana di 23 anni (1 anno, pena sospesa e 4mila euro di multa).
Gli imputati erano difesi, tra gli altri, dagli avvocati Luca Froldi, Luca Sartini, Sara Scalpelli, Massimiliano Cofanelli, Mirela Mulaj e Marco Poloni.




