Società

Nonno Nanni investe nel senza lattosio e nella pasta ripiena

Continua a espandersi il mercato italiano del “lactose free”, che nella distribuzione moderna incassa oltre 2,4 miliardi di euro e mette a segno una crescita annua del 4,9% contro il 3% della media del mercato alimentare (fonte Niq). I prodotti senza lattosio sono acquistati dall’81% delle famiglie e in un caso su tre chi li sceglie non ha un’intolleranza al lattosio accertata.

La parte del leone la fa il lattiero-caseario: latte, yogurt, latticini e formaggi sviluppano tre quarti degli incassi e, soprattutto, contribuiscono per il 60% alla crescita delle vendite. A beneficiare di questo trend sono soprattutto le aziende che hanno puntato con decisione su questo mercato. Come la trevigiana Nonno Nanni, nata nel 1947 e con 160 milioni di euro di fatturato consolidato (e 21 milioni di euro di ebitda). Il gruppo della famiglia Lazzarin vuole diventare il brand di riferimento nel lactose free. E non solo nei formaggi freschi, dov’è già leader nelle robiole e dove ha appena lanciato lo stracchino, ma anche nella pasta fresca.

Da pochi giorni i formaggi delattosati Nonno Nanni “firmano” anche i ripieni della nuova linea di Nonna Rina, altro gioiellino del gruppo. Si tratta di un marchio storico che, dopo il rebranding nel 2021 e l’introduzione di paste lisce e paste ripiene, oggi fattura 6 milioni di euro e vive crescite annue a doppia cifra. «Quello tra Nonno Nanni e Nonna Rina non è un semplice co-branding, ma un progetto che sfrutta le sinergie industriali, commerciali e distributive» sottolinea l’amministratore delegato, Silvia Lazzarin, una degli otto nipoti del fondatore che lavorano in azienda.

Il business della pasta fresca sta performando molto bene e il gruppo vuole cavalcare il successo anche attraverso il lancio di nuove ricette e abbinamenti sorprendenti, aprendo dunque un nuovo capitolo nel percorso di crescita del gruppo, finora focalizzato sul lattiero-caseario, a cui si deve il 92,5% del fatturato. Il brand di punta è Nonno Nanni, che in dieci anni è passato al 28% al 39% di conoscenza spontanea e che è il top of mind per il 14% dei consumatori (contro il 5% del 2015). Il marchio, scelto in ricordo del fondatore Giovanni Lazzarin, propone una trentina di formaggi freschi, con cui nel 2024 ha registrato oltre 134 milioni di euro di ricavi, e continua a crescere a tassi superiori a quelli del mercato (+10% a volume e +6% a valore). A trainarlo sono le performance della robiola, dello Squaquerello e soprattutto dello Stracchino, il prodotto più importante nonché il leader del mercato con il 19,5% di quota a volume.

Negli ultimi tre anni il Gruppo ha investito 15 milioni di euro destinati ai reparti produttivi e all’avvio di nuove linee per ampliare la gamma dei prodotti, soprattutto nei formaggi a pasta filata. «La domanda di mozzarella, burrata e stracciatella è in forte aumento e noi vogliamo soddisfarla, mantenendo sempre elevatissimi i nostri standard qualitativi» sottolinea Lazzarin. Altri 5 milioni di euro sono stati destinati a sostenere la crescita dell’altra azienda del gruppo, il caseificio Tonon (25 milioni di euro di ricavi), specializzato nella mozzarella per pizza destinata al canale professionale.


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