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Non solo 007: ecco chi era il vero “Q” dell’intelligence inglese


Non solo 007: ecco chi era il vero “Q” dell’intelligence inglese

Si chiamava Christopher William Clayton Hutton ed è sempre stato considerato una delle figure chiave della Sezione 9 del Military Intelligence. La sua figura ricorda molto quella del maggiore Geoffrey Boothroyd, meglio noto con il nome in codice “Q”, il quartiermastro che compare nei romanzi di spionaggio di Ian Fleming e nelle pellicole che hanno come protagonista James Bond.

Per chi non lo sapesse, l’MI9 era il centro di intelligence militare britannico che, tra il 1939 e il 1945, inventò centinaia di dispositivi segreti per aiutare i prigionieri di guerra, in particolar modo i piloti e gli equipaggi dei bombardieri che, dopo essere stati abbattuti, si erano dovuti paracadutare dietro le linee e avrebbero dovuto tentare di sopravvivere e abbandonare incolumi il territorio nemico come nella celebre “grande fuga“.

Dispositivi segreti per uomini temerari

Le invenzioni messe a punto da Clutty Hutton e dalla Sezione 9 comandata dal maggiore Norman Crockatt, finirono per essere adottate direttamente o ispirarono gli strumenti impiegati dai membri dei servizi segreti, dai Commando o da chiunque dovesse operare dietro le linee, come il Soe, lo Special Operations Executive. Questo perché molti strumenti sviluppati dall’MI9 – specialmente per via della la mancanza di meteriali, che portò Hutton a spingersi quasi al crimine per procurarsi ciò gli serviva – non potevano essere riprodotti in larga scala e poi distribuiti a tutti gli equipaggi della Royal Air Force, ma si rivelavano estremamente utili per chi doveva svolgere compiti speciali.

Queste invenzioni includevano una torcia portatile per contrassegnare le piste di atterraggio che era camuffata da pompa per gonfiare le gomme di una bicicletta, e una torcia simile che poteva nascondere strisce di pellicola fotografica o indicatori fluorescenti che potevano indicare la direzione del vento per gli aerei in arrivo. Oggetti essenziali per i piloti dei famigerati aerei che “traghettavano le spie“, i Lysander.

Macchine fotografiche miniaturizzate e stilografiche letali

L’MI9, dopo aver capito che una delle cose essenziali dietro le linee era stranamente l’informazione, portò avanti progetti per sviluppare apparecchiature radio miniaturizzate per colpa delle quali Hutton fu addirittura arrestato dalla polizia, e sospettato di essere lui stesso una spia fino a prova contraria.

Tra le invenzioni della Sezione 9, ci sono il “carbone esplosivo”, ossia del carbone scavato e riempito di esplosivo, le penne stilografiche che nascondevano al loro interno delle lame a forma di foglia a doppio taglio, una pipa che conteneva una piccola daga al suo interno, bottoni magnetizzati e segnati in modo che, una volta sovrapposti, diventavano una bussola per trovare il nord, e una macchina fotografica in miniatura nascosta all’interno di un accendino.

Hutton arrivò a lavorare a una particolare penna che poteva lanciare dardi “avvelenati” (secondo alcune versioni non accreditate), realizzati con gli aghi di grammofono, da consegnare ai maquis della Resistenza francese per colpire gli ufficiali tedeschi e poi mescolarsi alla folla, come silenziosi sicari. Un esperimento che fu interrotto al primo “prototipo”, in quanto violava le regole previste dalla Convenzione di Ginevra.

È interessante ricordare come un altro membro importate importante della sezione fu Charles Fraser-Smith, inventore altrettanto brillante e caro amico di Ian Fleming.

Se molte delle invenzioni saranno alla base degli strumenti spettacolari usati molto spesso dall’agente 007, le esperienze di inventore di guerra come Hutton saranno invece alla base della biografia intitolata “Hutton Official Secret”. Pubblicato solo nel 1960, il libro era basato su gran parte delle informazioni ancora protette dal segreto militare.


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