Liguria

Non rinunceremo al risarcimento

Genova. “Le opere stanno procedendo, non risultano grandi ritardi tranne forse nella gara per gli scavi ma a preoccupare è un’interlocuzione formale tra la sottoscritta e l’ad di Aspi Arrigo Giana, dove è emerso che il gruppo vorrebbe compensare i costi aggiuntivi con la riduzione di una o più voci a carico del concessionario nell’ambito di quanto previsto dall’accordo negoziale”.

Con queste parole la sindaca di Genova Silvia Salis ha risposto in Consiglio comunale all’interrogazione presentata dalla consigliera del Partito Democratico Vittoria Canessa Cerchi, la quale chiedeva aggiornamenti sullo stato dell’arte del tunnel subportuale, opera destinata a collegare la Foce con Sampierdarena e che dovrebbe essere realizzata da Autostrade per l’Italia a seguito dell’accordo sui risarcimenti legati alla tragedia del Ponte Morandi siglato nel 2021 tra Aspi, la Regione Liguria, l’Autorità portuale e il Comune di Genova.

La notizia degli extracosti era in parte già nota anche se non era stata quantificata con esattezza. Ad oggi il costo dell’opera è salito dai 700 milioni di euri inizialmente previsti a oltre 1.1 miliardi di euro. Un aumento che di fatto sta mettendo in bilico l’accordo iniziale tra Comune di Genova e Aspi: “In sostanza – ha sottolineato la sindaca in aula – lo scorso 21 luglio con questa lettera Autostrade per l’Italia ci ha detto che siccome il tunnel suportuale costa di più, allora non farebbero gli altri interventi per i quali c’era già un accordo“.

tunnel subportuale

L’accordo firmato nel 2021 prevedeva, oltre ai milioni per il tunnel subportuale, anche 75 milioni a favore del porto di Genova, 230 per il contributo per la costruzione del tunnel della Fontanabuona e 100 per un generico “Contributi per progetti di mobilità, logistica e digitali nell’area genovese”. Da qui il totale di 1.1 miliardi, che di fatto saranno già tutti praticamente assorbiti dalla galleria sottomarina.

“A quella lettera ho risposto con fermezza – ha poi detto in aula Salis – non solo i genovesi, dal 2021, sono tornati a pagare il pedaggio autostradale, che cubava tra 13 e 15 milioni di euro all’anno, ma ora vediamo il rischio di ridurre tutte le opere e gli interventi di risarcimento che Autostrade si era impegnata a fare. Noi non intendiamo in alcun modo rinunciare al risarcimento dovuto a questa città per quello che è successo con il crollo del Ponte Morandi e per i disagi che questa città ha subito in seguito alla tragedia. L’accordo prevede già espressamente che se i costi per la realizzazione del tunnel supportuale e di quello della Val Fontanabuona eccedessero i 930 milioni previsti, questi costi andrebbero ridistribuiti sui pedaggi della rete autostradale nazionale, per cui non c’è nessun motivo di riversare i costi del tunnel su opere molto attese da Genova”.

Lo scontro sui soldi ha poi valicato un altro aspetto, oggi portato in aula dalla prima cittadina. Secondo quanto emerso, infatti, l’amministrazione civica avrebbe chiesto di utilizzare 40 milioni dei 100 previsti per i progetti di mobilità per la verifica e la manutenzione dei 620 ponti e impalcati del reticolo urbano genovese, per i quali è in corso un corposo lavoro di monitoraggio. Una richiesta che oggi si trova davanti il muro degli extracosti del tunnel subportuale. Un muro davanti al quale l’amministrazione civica guidata da Silvia Salis promette di non fermarsi: “Se quei soldi non ci saranno, e l’ho scritto, i vantaggi attesi dalla realizzazione del tunnel potrebbero essere annullati dalle criticità derivanti dalla sottovalutazione dello stato manutentivo del sistema infrastrutturale urbano”. Il tema sarà affrontato nell’incontro tra la sindaca Salis e il ministro dei Trasporti e infrastrutture Matteo Salvini previsto per domani a Roma, dove sul tavolo ci sarà anche l’altrettanto scottante dossier Skymetro.




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