«Non possiamo permetterci altri ritardi»
ARQUATA A nove anni dal sisma del 24 agosto 2016 che cancellò gran parte di Pescara del Tronto, la ricostruzione del borgo martoriato sembra finalmente concretizzarsi. Nella giornata di oggi si terrà la conferenza dei servizi che riguarderà la zona di Piedilama, destinata ad accogliere le abitazioni di coloro che hanno scelto la delocalizzazione.
Primo atto
Un passaggio atteso da tempo, che segna il primo vero atto di ripartenza per le comunità che hanno pagato al sisma il prezzo più alto nelle Marche in termini di morte e distruzione. La scelta di spostare parte delle famiglie di Pescara del Tronto a Piedilama non era stata indolore. Alcuni residenti della frazione avevano infatti presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento delle delibere con cui il Comune di Arquata del Tronto aveva adottato i piani attuativi delle sette frazioni perimetrate, redatti dallo studio dell’architetto Stefano Boeri. Le contestazioni riguardavano il rischio di un eccessivo consumo di suolo e la preoccupazione per l’impatto che le nuove urbanizzazioni avrebbero potuto avere sul territorio. Tuttavia, sia il Tribunale amministrativo delle Marche sia il Consiglio di Stato hanno respinto le istanze, aprendo così la strada all’attuazione dei Pua.
Lo studio
Secondo lo studio dell’amministrazione comunale, prima del sisma, Pescara del Tronto contava 98 unità abitative, di cui 69 situate lungo il costone a ridosso della Salaria. Proprio queste case non potranno più essere ricostruite nello stesso luogo e pertanto si è dovuta individuare una nuova collocazione. La maggioranza dei residenti ha espresso la volontà di restare il più vicino possibile al vecchio incasato, scegliendo un’area a ridosso della strada provinciale dove sorgono ancora alcuni edifici risparmiati dalla demolizione. Una decisione che risponde a un bisogno identitario forte, sebbene la zona richiederà importanti interventi di messa in sicurezza dal punto di vista idrogeologico. La direzione da seguire era stata definita già nel giugno del 2021, quando i cittadini della frazione furono chiamati a un referendum per decidere dove ricostruire il borgo. Non potendo ripartire dall’area originaria, franata e dichiarata inedificabile, il 44% degli abitanti scelse la ricostruzione lungo la provinciale, poco più a monte del vecchio incasato. Una parte dei proprietari, invece, optò per il trasferimento a Piedilama: è a loro che guarda l’appuntamento di oggi, destinato a fissare tempi e modalità degli interventi. Il percorso non si esaurirà con la giornata di oggi.
L’iter
Nel giro di una ventina di giorni, si terrà una seconda conferenza dei servizi dedicata specificamente alla frazione di Pescara del Tronto.
L’incontro, previsto per il 26 o il 27 settembre, servirà a definire il cronoprogramma delle opere urbanistiche da realizzare, dall’appalto per i sottoservizi alla realizzazione delle infrastrutture primarie. Sarà il momento in cui la ricostruzione potrà passare dalle carte ai cantieri. Un’accelerazione chiesta a gran voce dal sindaco di Arquata, Michele Franchi, che lo scorso 24 agosto, durante la commemorazione delle vittime del terremoto, aveva sollecitato le istituzioni a imprimere una svolta.
«Pescara del Tronto – ha ricordato in quell’occasione – è il luogo che più di ogni altro ha pagato al sisma un tributo in termini di vite umane e di distruzione. I cittadini attendono risposte da troppi anni, non possiamo permetterci ulteriori ritardi». Dopo anni di attese, ricorsi e incertezze, la comunità può tornare a credere nella ricostruzione.