«Non mi faccio dettare su cosa scrivere»
IN un articolo pubblicato con grande evidenza sull’edizione di martedì 21 ottobre di “Cronache Lucane” il signor Maurizio Bolognetti stigmatizza gli interventi da me compiuti su “L’altra Voce”, definendomi in maniera ironica opinionista di questo giornale.
Il noto esponente radicale, in un’intervista online della medesima testata giornalistica, esprime anche alcune illazioni in merito alla mia indipendenza di magistrato (parliamo di quasi quarant’anni di esercizio della giurisdizione), che risultano del tutto generiche e, quindi, gratuite, alle quali l’unica risposta possibile è quella data da Calamandrei, che lo stesso cita nell’articolo, per cui il magistrato deve parlare attraverso i suoi provvedimenti e la sua condotta morale.
Quanto ai rapporti tra politica e magistratura, che vengono stigmatizzati nel suo intervento, rinvio ai numerosi articoli pubblicati non solo su “L’altra voce”, ma anche su alcuni quotidiani nazionali (da ultimo su “Il Dubbio”), che è possibile leggere anche su Internet. In particolare, Bolognetti non sa, o fa finta di non sapere, che più volte ho denunciato pubblicamente i guasti della giustizia (cfr. anche la relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario tenuta nel 2024) soprattutto per quanto riguarda le lungaggini dei processi e la tutela dei diritti dei cittadini, guadagnandomi spesso le critiche dell’Anm.
Sono stato tra i pochi magistrati ad essersi battuto da sempre, prima ancora della riforma Nordio, per il sorteggio dei componenti del Csm, che è l’unico modo per stroncare la correntocrazia, patologia associativa che condiziona l’indipendenza della magistratura rispetto alla politica.
Peraltro, il signor Bolognetti ha giustamente difeso in passato le indagini condotte dall’ex pm De Magistris, tra cui quella nota come “Toghe Lucane”, nella quale ho reso dichiarazioni dirompenti, a sostegno dell’impianto accusatorio.
Ciò nonostante il signor Bolognetti insiste in maniera a dir poco ossessiva sulla vicenda relativa alle elezioni regionali del 2019, in cui un magistrato, mai individuato, era stato indicato da un candidato presidente della Regione come assessore alla sanità. E lo fa a pie’ sospinto ed in ogni occasione, nonostante la questione sia stata ormai archiviata e soprattutto abbia perso qualsiasi rilevanza, in quanto successivamente la magistratura è stata attraversata da scandali ben più gravi, che hanno interessato anche questo distretto, con riguardo anche ai rapporti con la politica (uno per tutti, lo scandalo cd. “Palamara”), che hanno minato la credibilità anche di alcuni esponenti della magistratura locale.
Nonostante ciò, non ho alcuna remora a dirgli che, se fossi stato chiamato nelle sedi competenti, avrei fornito, come sempre ho fatto, il mio contributo per l’individuazione di questo assessore in pectore.
Ritengo, pertanto, che il signor Bolognetti abbia sbagliato bersaglio, per cui mi chiedo perché mai esprima queste illazioni sul mio conto e sollevi degli interrogativi, peraltro del tutto inconsistenti e privi di pertinenza con la mia posizione attuale di magistrato in quiescenza, e soprattutto perché non lo abbia fatto nel momento in cui potevano avere un senso.
Sembrerebbe che abbia da ridire sul fatto che nei miei ultimi interventi abbia espresso considerazioni critiche sul sistema degli appalti pubblici e sul giornalismo d’inchiesta, problemi purtroppo atavici, che sembrano essersi ulteriormente aggravati, dimenticando che mi sono limitato ad esercitare il diritto di cui all’articolo 21 della Costituzione, quello stesso diritto di cui il signor Bolognetti lamenta la violazione da parte della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo. Ma non è certo colpa mia se questo avviene, a meno che egli non ritenga di dettare l’agenda degli argomenti su cui devo scrivere.
Peraltro, nei miei articoli mi sono limitato ad esprimere considerazioni di carattere generale, senza entrare nel merito delle vicende, dalle quali traevano spunto.
Piuttosto mi sorprende come il signor Bolognetti, dopo essere stato protagonista in passato di tante battaglie meritorie, in difesa dei diritti civili, anche in favore dei soggetti più fragili, che non di rado condividevo (salvo quando istigava i giovani all’uso degli stupefacenti, consegnando in piazza modiche quantità di droghe leggere) sembra aver cambiato pelle e soprattutto palcoscenico, quale teatro delle sue esternazioni pubbliche.
Ovviamente non discuto che egli possa manifestare liberamente il suo pensiero, sebbene alcune sue recenti dichiarazioni lascino alquanto perplessi, al punto da gettare ombre sulla coerenza rispetto ai valori professati.
Imbarazzano, in particolare, le affermazioni con le quali sembra avere addirittura giustificato i massacri della popolazione civile palestinese, tanto da essere additato da taluno, forse con enfasi eccessiva, quale concorrente morale del genocidio, pur dopo aver premesso che Netanyahu è un criminale di guerra.
Il signor Bolognetti, al fine di portare avanti le sue battaglie non violente per la difesa dei diritti ha fatto anche ricorso ripetutamente allo sciopero della fame, compiendo un gesto che sicuramente gli fa onore dal punto di vista umano.
Tuttavia, dispiace molto constatare, altresì, che nelle dichiarazioni in merito ai massacri perpetrati da Israele nella Striscia di Gaza non abbia speso una parola di solidarietà nei confronti delle migliaia di bambini, donne ed anziani palestinesi, che durante il periodo dei massacri sono stati ridotti alla fame, e non certo per loro scelta.
Anche per questo motivo non posso accettare di ricevere lezioni di giustizia, né tanto meno di morale, da parte del signor Bolognetti, seppure sotto forma di interrogativi.
Infine, desidero precisare che la presente nota ha quale unica finalità quella di chiarire alcuni punti dell’articolo a firma del signor Bolognetti.
Pertanto, non intendo dar luogo ad un confronto polemico a distanza con il medesimo, non essendo mia abitudine personalizzare la differenza di opinioni, peraltro su questioni stucchevoli ed ormai superate; e ciò soprattutto per rispetto dei lettori. Invero, ritengo che sia più rispondente all’interesse dei cittadini lucani occuparmi dei problemi che più stanno loro a cuore, ed analogo invito rivolgo caldamente al signor Bolognetti, nei confronti del quale, nonostante tutto, nutro grande simpatia e rispetto per la passione genuina che anima i suoi interventi pubblici sui diritti civili.
ex presidente reggente
della Corte d’appello di Potenza
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