Non lasciatevi convincere da chi non guarda al domani
Nota – Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday
Si sente spesso di questi tempi sostenere che i Verdi sono la causa di ogni male. I Verdi sono anche cittadini di questa terra: non privilegiati, ma persone comuni che non hanno nessuna intenzione di finire ancora sott’acqua. Persone che cercano di analizzare obiettivamente e scientificamente i dati, incontrare veri esperti per conoscere i problemi; persone che non condividono la scelta delle soluzioni palliative che vengono spesso proposte.
Nel passato, questa terra non si allagava non tanto grazie alla controversa rimozione della vegetazione lungo i fiumi, ma grazie al coraggio e alla lungimiranza dei nostri avi di realizzare con il loro sudore importanti opere idrauliche. Oggi, quanto esistente non è più idoneo a sopportare il carico indotto dagli eventi sempre più estremi che infieriscono sulla nostra regione. Questa non è “speranza di catastrofismo” come è stata definita dai nostri avversari politici, ma pragmatica analisi dei dati e della scienza.
Senza dover spiegare le cause, già perfettamente analizzate dal CTS AGIRE, dal grande meteorologo nostrano Pierluigi Randi e altri ancora, gridiamo a gran voce: non lasciatevi convincere da chi punta a darvi il contentino, da chi rattoppa, da chi ripulisce e basta, guardando solo a domani e dopodomani. Pensate a voi, ai vostri figli e nipoti. Non fermatevi a quello che vedete, documentatevi e ascoltate la scienza. Tutti vogliono essere sicuri domani, ma non servirà a nulla rendere i nostri fiumi delle autostrade dell’acqua. Semplicemente perché mancano le corsie, gli spazi per far fluire questi ingenti volumi. Fareste i 130 su una strada di campagna? O costruireste una strada adeguata?
Serve ridare spazio ai fiumi dove questo sia possibile, creare opere che laminino le portate e riducano i picchi di piena; scolmatori, canali e reti che garantiscano la possibilità di gestire nel lungo periodo portate sempre maggiori. E serve soprattutto partire dalla collina, dove nascono i fiumi, dove ingrossano i torrenti, ruscellano i versanti e portano con sé fango, alberi e gli averi di chi in collina abita, lavora e lotta per mantenerla viva.
Questa volta il pericolo è scampato, ma, come si può vedere dai dati dei pluviometri, siamo di fronte a un caso fortuito, che non dimostra niente sulla sicurezza dei nostri territori bisognosi di intervento, salvo l’esistenza di una grande macchina organizzativa che comincia a rodarsi.
In un periodo in cui il desiderio più agognato dai cittadini è quella tranquillità venuta meno in un territorio martoriato dal dissesto idrogeologico, l’Italia si dimostra ancora una volta fragile e insicura, e gli italiani schiavi dell’incertezza di una guerra che si combatte in casa contro madre natura.
Pensate e votate consapevolmente, ma fatelo pensando al futuro, perché oggi i problemi sono enormi e possiamo solo iniziare a sistemarli. Attenzione quindi alle facili promesse, alle soluzioni temporanee: alla visione che non guarda al lungo termine, ma a fomentare il malcontento a proprio uso, cavalcando le paure e l’ignoranza su temi che non si padroneggiano dall’oggi al domani. Attenzione soprattutto a coloro che promettono risorse e soluzioni, poi se ne dimenticano e preferiscono ingrassare le loro pagine social di certezze, sicuri di aver già sistemato i loro cittadini con qualche rassicurazione e una rimozione dei rami, panacea di tutti i mali.
I cittadini hanno tutto il diritto di pretendere che i politici agiscano, ma per il bene di tutti devono pretendere che la progettazione, la definizione delle opere urgenti e la loro realizzazione siano affidate ai più competenti sul campo e non alla voce dell’ultimo arrivato.
Francesco Ravaglia – Europa Verde Ravenna
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