Marche

«Non ho paura di nessuno. Con questa squadra non si perde»

SENIGALLIA Casualmente, il teatro scelto si chiama “La Fenice”. Molto simile a quel “La nuova Fenice” di Osimo che l’eurodeputato dem Matteo Ricci ha eletto a palco d’onore per la sua discesa in campo come candidato governatore tre settimane fa. Si geolocalizza invece a Senigallia il set designato ieri del presidente Francesco Acquaroli per il kick off della sua campagna elettorale. La città sfregiata dall’alluvione del 2022 «dove la filiera istituzionale ha funzionato meglio», si appuntano le stellette i Fratelli d’Italia made in Marche ricordando i 400 milioni di euro per la ricostruzione messi dal Governo Meloni appena insediato.

Squadra che vince

Una chiamata alle armi rivolta al suo partito che dovrà trainare l’intera coalizione di centrodestra. E se Acquaroli chiama, i Fratelli rispondono. Oltre 1.200 quelli venuti da ogni angolo delle Marche alla corte del presidente. Tanto che i vigili del fuoco non hanno fatto iniziare l’evento finché dalla sala non sono usciti più di 300 esponenti e simpatizzanti del partito, rimasti senza posto come nel gioco della sedia. E si sono dovuti accontentare – un po’ stizziti – di seguire la diretta dal maxi schermo allestito all’esterno. Ma l’appuntamento “Dire. Fare. Marche” era soprattutto questo: una prova di forza. Non solo per dimostrare all’avversario che FdI è ancora una macchina da guerra come lo era stata nel 2020 e come ha continuato ad esserlo nelle elezioni successive, ma anche per sedare quel malcelato sentimento a metà tra timore e sudditanza psicologica che stava permeando le fila del centrodestra di fronte ad un candidato dem obiettivamente forte..

Galvanizzare le truppe

Un mix preoccupante che Acquaroli ha voluto stoppare sul nascere presentandosi come il leader, senza baby sitter o big nazionali a sostenerlo. «Non temo nessuno perché sono consapevole di quello che abbiamo fatto e perché so di avere una squadra straordinaria», arringa la folla dal palco.

A fare da gran ciambellano della kermesse, il suo fedelissimo Andrea Putzu, consigliere a Palazzo Leopardi e responsabile regionale dell’organizzazione di FdI. Anche suo il merito della riuscita dell’evento, a cui hanno preso parte proprio tutti: dalla coordinatrice regionale e senatrice Leonardi alla sottosegretaria Albano, dall’eurodeputato Ciccioli – «stiamo aspettando Carlo per iniziare l’evento, le tradizioni si rispettano», l’ironia del governatore sui ritardi cronici dello psichiatra – ai deputati Baldelli e Benvenuti Gostoli. Per l’occasione, c’è stata una corrispondenza d’amorosi sensi anche tra il commissario alla Ricostruzione Castelli e il sindaco di Ascoli Fioravanti, nemici-amici per antonomasia. Affiancato dai suoi assessori Baldelli e Brandoni, Acquaroli ha sciorinato in 40 minuti di intervento i punti chiave del suo mandato. Ricordando in particolare «gli oltre 4,5 miliardi di euro (che siamo stati bravi ad intercettare) messi a terra sulle infrastrutture, ed i mille cantieri avviati».

La pacca sulla spalla

Non nomina mai il suo sfidante Ricci, convitato di pietra dell’evento. Non vuole far aleggiare il fantasma, ma galvanizzare i suoi: «Abbiamo fatto cose straordinarie insieme. E dobbiamo mettercela tutta per far sì che questo sogno, questa storia che abbiamo iniziato a scrivere quattro anni e mezzo fa, possa vedere una seconda puntata». L’overture è affidata a Rino Gaetano e alla sua Ma il cielo è sempre più blu. I titoli di coda scorrono sulle note dell’Inno d’Italia, come da copione. La partita è iniziata.




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