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«Non esiste il match perfetto. È bene che si commettano errori, ci rendono umani»: abbiamo giocato a tennis con Martin Garrix, Bar Refaeli e tanti altri

Questo articolo è pubblicato sul numero 17 di Vanity Fair in edicola fino al 22 aprile 2025.

«Ci alleniamo per migliorare la tecnica, ma quando giochiamo una partita conta anche l’istinto. L’80 per cento è tattica mentre il restante 20 devi lasciarti guidare dall’intuito. Devi sorprendere l’avversario, altrimenti sarà solo matematica». Patrick Mouratoglou, l’allenatore di tennis più famoso al mondo, tiene in mano la racchetta. Siamo sulla terra rossa del Monte-Carlo Country Club – nei giorni più caldi del Masters 1000 – sul set del servizio fotografico di queste pagine, ma quello che va in scena durante una pausa è un vero match. Al fianco del coach c’è Bar Refaeli, modella e appassionata di tennis da sempre. Dall’altro lato della rete, si difende bene il super dj olandese Martin Garrix, anche lui parte della grande famiglia Replay, sponsor del torneo.

«Non vinco mai un set, nemmeno alla consolle», racconta, «in ogni mio show c’è sempre qualcosa che avrei potuto fare meglio o che avrei voluto fare in modo diverso. Sono orgoglioso dei miei risultati, ma non esiste il match perfetto. È bene che si commettano errori, ci rendono umani». Nel campo accanto, sempre con vista sul mare della Costa Azzurra, ha appena finito di allenarsi Novak Djokovic. Per lui quest’ATP finirà malissimo, ma è con il campione serbo che Mouratoglou vorrebbe giocare il doppio della vita: «Per la sua capacità di lottare, ma anche per la sua personalità. Difende ciò in cui crede persino se tutti sono contro di lui». A osservare Garrix contro Refaeli-Mouratoglou arriva la modella brasiliana Kelly Piquet, all’ultimo mese della sua seconda gravidanza. Segue da anni i tornei più importanti, ma nel suo cuore ha un altro sport: è in attesa del primo figlio con il pilota Max Verstappen.

Al Rolex Monte-Carlo Masters, che apre la stagione sulla terra rossa, ci sono tutti. Tatler, guida dell’alta società, l’ha appena definito come «l’unica cosa che vale la pena di fare ad aprile». I biglietti sono andati esauriti con mesi d’anticipo e qui si dice che gli organizzatori abbiano penato un po’ per accomodare tutte le star che avevano fatto richiesta. Il grande assente è stato il numero uno al mondo Jannik Sinner, la cui ascesa era stata prevista da Mouratoglou proprio in un’intervista a Vanity Fair nel 2022, ma l’Italia ha giocato forte con il derby Lorenzo Musetti-Matteo Berrettini, vinto dal toscano. Musetti ha poi conquistato la finale, ma è stato battuto da Carlos Alcaraz.

Quando cala il buio, nel campo centrale si gioca l’ultima sfida della giornata, Bar Refaeli ha ancora la racchetta in mano: «Un tempo se la vita mi serviva un rovescio, mi innervosivo. Ora sono diventata più saggia. I colpi non sono poi così forti, finché sei in salute e mantieni il tuo equilibrio interiore».


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