Non chiamiamolo più voto di condotta ma voto in socializzazione”, la rivoluzione del pediatra per il 6 in pagella che cambia tutto: “Basta con paradigmi antiquati
Mentre si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto presidenziale, la riforma del voto di condotta promette di scardinare decenni di approccio punitivo per abbracciare una filosofia educativa radicalmente diversa.
La vera novità non riguarda i numeri – meno dell’1% degli studenti delle scuole statali riceve oggi una valutazione comportamentale inferiore al sei – ma la sostanza pedagogica di un cambiamento che ridefinisce il rapporto tra sanzione e crescita formativa.
Il “compito di cittadinanza”: dalla punizione alla riflessione critica
La riforma, operativa dall’anno scolastico 2025/2026, introduce il rivoluzionario “compito di cittadinanza” per gli studenti che conseguono il 6 in condotta. Non più una semplice insufficienza da dimenticare, ma un vero e proprio debito formativo comportamentale che assume il medesimo peso delle carenze disciplinari tradizionali. L’elaborato personalizzato, di massimo 1200 parole, dovrà sviluppare tematiche di educazione civica e cittadinanza attiva, partendo dalle specifiche motivazioni che hanno determinato lo scarso comportamento.
I nuclei tematici spaziano dal rispetto delle regole alle conseguenze delle azioni scorrette, dalla proposta di attività riparative alla cittadinanza digitale. Le scuole potranno optare per lavori multimediali o presentazioni orali, ma l’obiettivo rimane immutato: trasformare l’errore in opportunità di crescita. “La scuola infatti assume così anche un carattere formativo per quanto riguarda le relazioni sociali”, spiega, intervistato da Adnkronos, il pediatra Italo Farnetani, che propone di sostituire la dicitura “voto in condotta” con “voto in socializzazione“.
Criteri di valutazione e nuovo paradigma disciplinare
Il consiglio di classe valuterà la prova secondo parametri trasparenti: pertinenza al tema, chiarezza espositiva, capacità argomentativa e maturità raggiunta. Solo l’esito positivo consentirà l’ammissione all’anno successivo o, per le quinte, all’esame di Stato. Chi consegue il 5 in condotta, invece, subirà la bocciatura automatica, mentre per il 6 scatterà la sospensione del giudizio fino al superamento della prova.
Parallelamente, l’intero sistema sanzionatorio viene ripensato privilegiando attività dal forte valore formativo: volontariato, collaborazioni con enti territoriali e percorsi di responsabilizzazione sociale. “Giustissimo che la scuola faccia dei percorsi formativi anziché per esempio sospendere i ragazzi regalando loro una ‘vacanza’ fuori programma”, sottolinea Farnetani, evidenziando come la riforma superi la logica del “vietato vietare” per abbracciare un’educazione autorevole. I comportamenti censurabili – atti di bullismo, insubordinazioni, disturbo delle lezioni – vengono così affrontati attraverso un approccio che mira alla consapevolezza critica piuttosto che alla mera repressione, in un’ottica di formazione integrale del cittadino di domani.
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