«Non chiamatemi icona». Amanda Lear inaugura a Milano la sua mostra più intima
Amanda Lear è tornata a Milano con una mostra che racconta il lato più personale e intimo della sua carriera leggendaria. Si intitola In the Eye of Amanda Lear, e prende il nome da una celebre frase di Salvador Dalí, che era solito definire così la sua musa: «Amanda è un essere angelico, i suoi occhi di libellula vedono quello che gli altri ignorano».
L’esposizione ha inaugurato giovedì 22 maggio con un cocktail negli spazi di Guido Tommasi Editore, in Largo Francesco Richini 14, con la diva in prima linea – occhiali rosa e aplomb immutato – a fare gli onori di casa. Curata da Claudio Righetti, sarà visitabile fino all’8 giugno. Colonna sonora: «Voulez-vous un rendez-vous tomorrow?».
In mostra, cinquanta opere tra disegni e dipinti, che offrono una panoramica inedita sull’universo visivo di Amanda Lear: non la star, ma l’artista. Non il personaggio, ma il suo sguardo. A introdurre l’esposizione anche Paolo Stella: «Non tutti lo sanno ma Amanda non è una cantante che dipinge, ma è una pittrice che fa tante altre cose». Lear tra le sue opere sorride serena, saluta gli amici, anche quelli che non vedeva da tempo. Ha solo una richiesta: «Non chiamatemi icona, le icone religiose sono al cimitero».
Coralie
Coralie
Source link