«Non basta una sola pattuglia! Poliziotti accerchiati, Volante danneggiata» Patacconi (Sap) incalza la politica
PORTO SAN GIORGIO – Il segretario provinciale del Sindacato autonomo di Polizia: «I nostri politici fermani cosa pensano della sicurezza nel nostro territorio? Cosa pensano dell’abuso dilagante di alcol e droghe che alimenta violenza e degrado sociale? Quando inizieranno a dare risposte concrete invece di nascondersi dietro il silenzio?»

Alessandro Patacconi
«Non basta una sola Volante! Poliziotti accerchiati, Volante danneggiata. Come se non bastasse quanto accaduto a Porto Sant’Elpidio qualche giorno fa, stanotte un nuovo episodio gravissimo ha colpito la nostra provincia: a Porto San Giorgio, in pieno centro, i poliziotti della questura si sono trovati ad affrontare numerosi interventi tra cui quello di un giovane che è stato colpito alla testa da un gruppo di ragazzini e due ragazze sono state aggredite ad opera di ignoti. Nel contesto dell’intervento, l’unica volante in servizio è stata accerchiata da una folla di esagitati che hanno generato un clima di pericolo estremo per gli operatori». Il pressing del segretario provinciale Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), Alessandro Patacconi, per ottenere rinforzi si fa sempre più duro.
«L’auto di servizio è stata danneggiata e solo grazie alla professionalità e al sangue freddo dei colleghi si è evitato il peggio: nessuno degli agenti ha riportato lesioni, nonostante la situazione fosse altamente critica. Come se non bastasse ieri anche un operatore della Polizia Locale ha subito un’aggressione nel corso del rilievo di un incidente stradale. Questi episodi dimostrano per l’ennesima volta che una sola pattuglia non può garantire la sicurezza di un’intera area costiera in piena estate, tra eventi pubblici, locali affollati e presenze turistiche. È intollerabile continuare a esporre gli operatori a rischi così elevati senza mezzi, senza rinforzi e senza tutele. A rendere ancora più paradossale la situazione, vi è il fatto che nonostante le gravi carenze di organico della nostra Questura, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza continua a richiedere personale da aggregare contemporaneamente verso altre sedi, come Trieste, Gorizia, Vicenza e Roma, come se potessimo permetterci di cedere forze che non abbiamo. Non solo ci si chiede il sacrificio quotidiano: ci si tolgono anche le poche risorse rimaste. A Fermo, gli agenti o vanno in ferie per i sacrosanti periodi spettanti (come garantito dalla Costituzione) o si garantisce la seconda volante… spesso, purtroppo, saltano ferie e riposi…»
Il Sap sottolinea con forza che «non possiamo accettare la violenza gratuita contro operatori che si trovano sul territorio per tutelare la sicurezza di tutti noi. Essere aggrediti mentre si presta servizio per lo Stato e per i cittadini è un fatto gravissimo, che deve essere condannato senza ambiguità. Le volanti rappresentano lo Stato, esistono per dare sicurezza ai cittadini, quando si attacca una pattuglia si attacca lo Stato e gli italiani per bene! Chi indossa una divisa non può e non deve diventare bersaglio della rabbia sociale o dell’inciviltà diffusa. In questo contesto vogliamo ricordare che proprio ieri il collega del Sap di Ascoli Piceno, Massimiliano d’Eramo, ha diffuso un comunicato stampa in cui ha lanciato un appello chiaro alla politica chiedendo di non strumentalizzare la sicurezza in vista delle prossime elezioni regionali, perché la sicurezza non è uno slogan da campagna elettorale, ma un diritto dei cittadini e un dovere dello Stato. E allora ci chiediamo: i nostri politici fermani cosa pensano della sicurezza nel nostro territorio? Cosa pensano dell’abuso dilagante di alcol e droghe che alimenta violenza e degrado sociale? Quando inizieranno a dare risposte concrete invece di nascondersi dietro il silenzio?». Il Sap, in conclusione, torna a «denunciare con forza questa gestione centralista della sicurezza pubblica e ribadisce che non bastano le parole. Servono uomini, mezzi e rispetto per chi rischia ogni giorno la propria vita per garantire la sicurezza altrui».
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