Toscana

Nomadismo digitale, l’assessore Marras a convegno sul progetto EDIN

Nomadismo digitale, l’assessore Marras a convegno sul progetto EDIN

Rafforzare la capacità dei territori di attrarre i cosiddetti ‘nomadi digitali’, fenomeno che identifica più di una possibile figura (lavoratori dipendenti, professionisti, free-lance, artisti, ricercatori ecc.) che hanno come comune denominatore la possibilità di poter svolgere la propria attività in un luogo diverso da quello in cui risiedono e per un tempo variabile, grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali. È l’obiettivo del progetto EDIN (European Digital Nomad) al quale oggi, presso la sala Chiesa ‘Il Fuligno’ è stato dedicato un incontro al quale è intervenuto l’assessore a economia e turismo Leonardo Marras.

EDIN è cofinanziato dal programma di cooperazione Interreg Europe ed è coordinato da EIXO Atlántico do Noroeste Peninsular (Spagna). All’incontro dal titolo ‘Community cooperatives and technologies on collaborative economy with a focus on digital nomads’ ha partecipato anche Xoan Vazquez Mao, rappresentante di EIXO Atlantico.

Tre tavole rotonde hanno permesso di esaminare il fenomeno del nomadismo digitale da più angolazioni e due ricerche hanno approfondito la figura del ‘nomade digitale’.

Il primo studio, realizzato da Iris Ricerche, ha analizzato il fenomeno sotto il profilo sociologico e antropologico, evidenziando come il termine racchiuda una varietà di professionisti con contratti e attività differenti, ma accomunati dalla possibilità di lavorare a distanza grazie alla tecnologia. La ricerca ha anche esplorato le politiche adottate da governi e istituzioni locali per attrarre questi lavoratori, in particolare dopo la crisi sanitaria, e ha sottolineato come il fenomeno possa influire sulle aree in difficoltà demografica.

Irpet, con la seconda ricerca, ha focalizzato l’attenzione sulle aree interne della Toscana. Manca ancora una raccolta ufficiale di dati sul fenomeno, pertanto la ricerca si è basata su diverse fonti, inclusa un’indagine su un campione di 1.209 lavoratori italiani. È stato creato un indice multidimensionale per valutare l’attrattività dei comuni toscani, prendendo in considerazione sei fattori chiave: digitalizzazione, accessibilità economica, vivacità culturale, trasporti, qualità dell’accoglienza e del paesaggio. Lo studio ha fornito indicazioni preziose per le politiche regionali, suggerendo come attirare i nomadi digitali nelle aree più fragili.

La giornata si è conclusa con un vivace scambio di idee sulle implicazioni del nomadismo digitale per le politiche locali, con un particolare focus sulla legge regionale n. 11 del 4 febbraio 2025, che punta a valorizzare la Toscana diffusa. La normativa intende garantire pari opportunità di accesso ai servizi e promuovere la coesione territoriale, focalizzandosi sulle aree interne e montane, per le quali sono previsti interventi volti a preservarne le specificità.

La Regione Toscana ha già da tempo attivato misure a sostegno dei territori della Toscana diffusa. Come i bandi destinati alle cooperative di comunità e all’economia collaborativa, oppure i bandi ‘territori smart’ dell’Azione 1.1.3 Servizi per l’innovazione del PR FESR 2021-2027.

“Un ulteriore passo in avanti per il futuro della Toscana – ha detto l’assessore Marras – che intende raccogliere gli spunti emersi durante l’incontro per sviluppare politiche inclusive e sostenibili. Le testimonianze di realtà locali, come Start working Pontremoli, Smartway Montepulciano e le varie cooperative di comunità, hanno confermato l’efficacia delle sperimentazioni già in corso sul territorio. I lavori del progetto proseguono con la study visit a Santa Fiora, dove i partner conosceranno l’esperienza dello Smart Village in corso di realizzazione e alcune cooperative di comunità di Montelaterone e Montegiovi che, anche grazie ai contributi regionali, stanno investendo nell’offerta di servizi per le comunità e l’attrazione di nuovi residenti, anche temporanei”.


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