Marche

«No alla pesca». E intanto la Regione prende tempo

ANCONA – Sos moscioli, la pesca destinata alle tavole dei ristoranti della riviera del Conero è ancora in bilico. O meglio, è in attesa che la Regione si pronunci sullo stop richiesto dalle cooperative di pescatori del mollusco selvatico. Slow Food, intanto, va in pressing su Palazzo Raffaello: «Chiediamo la chiusura della pesca del mosciolo selvatico sia da parte dei pescatori professionali, per i quali si dovrà provvedere con un adeguato ristoro economico, sia per i privati».

Dall’altra parte la Regione prende tempo: «Aspettiamo che il Ministero si pronunci sui ristori – afferma l’assessore alla Pesca, Andrea Antonini – finché non avremo informazioni certe in tal senso non potremo prendere una decisione in merito». Intanto l’apertura della pesca è fissata per il 15 maggio. Ma la ristorazione è sicuro che si affiderà al prodotto di allevamento.

Il summit

I pescatori della Cooperativa di Portonovo e quelli della riviera sud del Conero si riuniranno domani per decidere se avviare la stagione della pesca dai banchi naturali a partire dal 15 maggio oppure no.

Una decisione più che mai sofferta, senza per altro avere delucidazioni da parte della Regione riguardo gli indennizzi. Ma l’unico dato certo, al momento, è che la presenza del mosciolo selvatico per questa stagione è ridotta al lumicino. Quasi zero.

«Anche solo il prelievo da parte dei privati può compromettere la prossima stagione» avverte il presidente di Slow Food Ancona e Conero, Edoardo Baleani. Intanto, nello stallo attuale, è probabile che la Regione suggerisca un avvio posticipato della stagione di pesca «con una proroga di un mese come è successo l’anno scorso», spiega l’assessore Antonini, nella speranza che il Ministero nel frattempo si esprima sulla questione dei ristori. Dunque una situazione che cammina sul filo del rasoio. «A noi interessa tutelare i pescatori nel caso si decida di fermare la pesca» assicura Antonini. Slow Food preme per lo stop al prelievo in toto dei moscioli, che dovrà essere monitorato anche dalla capitaneria di porto per evitare che normali privati si immergano alla ricerca del tanto amato mitile selvatico. «Bisogna sensibilizzare la cittadinanza che i danni provocati potrebbero essere notevoli» insiste Baleani.

Il presagio

L’allarme lanciato la scorsa estate per la moria di moscioli dovuta alla drammatica combinazione di riscaldamento dell’acqua marina e della comparsa delle mucillagini si è dimostrato un presagio fin troppo reale. Gli esperti parlavano già di una parziale compromissione della stagione 2025. Il riscontro del tavolo tecnico è stato addirittura peggiore delle previsioni: il mosciolo selvatico di Portonovo è quasi del tutto assente sugli scogli della baia. Più precisamente: gli esemplari che hanno raggiunto una dimensione commerciabile sono pochissimi, di certo non adatti a soddisfare la richiesta della ristorazione.

Gli altri esemplari sono ancora troppo piccoli e se anche quest’estate dovesse verificarsi quanto avvenuto l’anno scorso, morirebbero tutti. Visto il trend del cambiamento climatico, lo stop totale del prelievo del mosciolo permetterebbe di allentare il forte stress che il prodotto ha subito finora.

La mozione

Poco più di un mese fa l’allarme era arrivato sui banchi del consiglio comunale di Ancona, portando i consiglieri (all’unanimità) ad approvare la mozione presentata da Rubini (Altra Idea di Città) e Pesaresi (Diamoci del Noi) che impegna sindaco e giunta ad alzare l’asticella della tutela del prezioso e identitario prodotto marino del Conero. Il documento chiede di coinvolgere Regione e Ministero per valutare forme sperimentali e temporanee di sospensione della pesca.




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