“No alla collaborazione con Israele”
Nel cuore della città universitaria più grande d’Europa, a pochi passi dalla stazione Tiburtina, un’aula gremita di studenti e docenti ha fatto sentire la propria voce. E non è passata inosservata.
Mercoledì 19 giugno, il consiglio della Facoltà di Fisica della Sapienza ha approvato – con una maggioranza schiacciante – una mozione che condanna le azioni militari di Israele nella Striscia di Gaza e prende formalmente le distanze da ogni collaborazione bilaterale con istituzioni scientifiche israeliane.
Una presa di posizione forte, maturata in settimane di confronto acceso tra studenti, ricercatori e professori, che ha trovato espressione in un documento dal tono chiaro e determinato. “La ricerca deve essere un ponte tra i popoli – si legge nel testo approvato – non un alibi per l’indifferenza”.
Il voto e la spaccatura
Il consiglio di facoltà, organo decisionale del dipartimento di Fisica – quello del premio Nobel Giorgio Parisi – ha votato compatto: 97 sì, 27 contrari, 7 astenuti.
Numeri che raccontano una presa di coscienza collettiva, ma anche le tensioni interne a una comunità scientifica da sempre aperta alla cooperazione internazionale. Il cuore della mozione è semplice e diretto: la guerra in corso a Gaza, con migliaia di vittime civili, è incompatibile con qualsiasi forma di collaborazione scientifica con lo Stato israeliano.
Dalla protesta all’aula
La miccia, in realtà, era stata accesa mesi fa, quando alcuni studenti avevano scoperto l’esistenza di un accordo di cooperazione tra il dipartimento e la Hebrew University of Jerusalem, siglato nell’ambito del bando MAECI 2024. La notizia aveva fatto esplodere proteste e richieste di chiarimento, culminate nella redazione della mozione poi approvata.
“È solo un primo passo – fanno sapere dal collettivo studentesco di facoltà – ma finalmente abbiamo rotto il muro di silenzio. La Sapienza non può restare neutrale di fronte a un genocidio in corso”.
Le richieste alla politica
Il documento chiede anche al Governo italiano la sospensione dell’Accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica con Israele, firmato nel 2000 e ratificato nel 2002. Inoltre, invita i docenti a non partecipare ai bandi di ricerca bilaterali fino a quando – è scritto – “perdureranno le gravissime violazioni del diritto internazionale”.
Un tema che divide
L’approvazione della mozione ha già acceso un acceso dibattito tra le varie componenti della Sapienza. Se da una parte c’è chi parla di “un gesto coraggioso”, dall’altra non mancano critiche da ambienti accademici e istituzionali, che vedono nella decisione un’ingerenza politica nel campo della ricerca.
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