No a taglio-UE di 87 miliardi al settore agricolo
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GUARDA IL SERVIZIO VIDEO. No alla proposta di Politica Agricola Comune 2028-2034 della Commissione europea in cui si prevede un taglio di 87 miliardi di euro al settore. A dirlo è l’europarlamentare della Lega Anna Cisint, che si schiera contro l’ipotesi di abbandono di quello che definisce l’attuale “modello dei due pilastri, sviluppo rurale e pagamenti diretti, in favore di un fondo unico nazionale impiegato su settori diversi, nel quale verranno previsti gli impegni solo per alcuni tipi di intervento”. Secondo l’analisi del documento svolto da Cisint, emerge che dal 2032 sarà prevista l’esclusione degli agricoltori pensionati, ancora in attività, dai pagamenti diretti. “Scelta assurda – commenta l’europarlamentare monfalconese – l’obiettivo pare sia quello di azzerare il comparto agricolo a vantaggio del consumo di cibi processati e di quelli sintetizzati in laboratorio”. Cisint aggiunge: “La Commissione sa benissimo che gli agricoltori pensionati magari si ritrovano costretti a lavorare per sopperire ad una modestissima pensione: il taglio giustificato come strategia, rivolta al ricambio generazionale, non sta in piedi”.
“Dalla proposta – sottolinea inoltre Cisint – emerge inoltre, che gli Stati devono tagliare del 25% i contributi a chi, in base agli ettari, ha un sostegno al reddito tra 20 e 50.000 euro, dimezzarli a chi ha sostegni tra 50 e 75.000 euro con uno stop ai contributi che eccedano i 100.000 euro”. Netta la chiosa dell’europarlamentare: “Mi chiedo se questa UE non punti verso la colonizzazione delle nostre campagne ad immigrati quale manodopera a basso costo. Anche per questo sarò a fianco degli agricoltori, nelle proteste previste per l’autunno a Bruxelles”.
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