Friuli Venezia Giulia

“No a dipendenza da Regione”. Ma Schillaci ha già la prima bozza


La regione si offre di assumere i medici di base, ma loro non ci stanno. “La libera professione convenzionata è imprescindibile”, questa è la posizione della sezione Friuli Venezia Giulia della Federazione italiana medici di medicina generale, che fa riferimento a una prima bozza di riforma in cui le regioni sondano la possibilità di prendere alle proprie dipendenze i medici di base, oggi convenzionati con il servizio sanitario nazionale.

Riccardi si era detto contrario

“Siamo davvero stupiti, visto che in varie occasioni l’assessore alla Salute Riccardi si era detto contrario all’opzione dell’assunzione. Ora veniamo a sapere che il Friuli Venezia Giulia insieme a Veneto e Lazio ha presentato al Ministero della Salute una proposta che prevede il passaggio alla dipendenza, mentre l’Emilia Romagna sembra essersi sfilata da questo gruppo. Come sostenuto anche dal nostro segretario nazionale dottor Silvestro Scotti , siamo convinti che la dipendenza stravolge funzioni, compiti e obiettivi della medicina di famiglia e soprattutto viene ad alterare profondamente il rapporto fiduciario medico-paziente”. Riccardi, comunque, aveva dichiarato mercoledì 14 che “nella necessaria revisione del rapporto tra la sanità pubblica e i medici di medicina generale, la dipendenza di quest’ultimi non risolverebbe i problemi odierni”. Articolava: “Il rapporto tra il medico di medicina generale e la sanità pubblica debba modificarsi offrendo alla sanità pubblica una quota delle ore disponibili che possano rispondere alle proprie esigenze organizzative, senza che però questo debba per forza imporre per loro un rapporto di dipendenza. Se non interverremo subito per ‘mettere a posto’ queste cose, tutti gli investimenti che faremo anche con i fondi del Pnrr rischiano di non funzionare, a partire dalle Case di comunità”.

Le proposte

Sono già Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lazio ad aver preparato la proposta da presentare al ministro della Salute, Orazio Schillaci: l’Emilia Romagna, invece, si è tirata indietro. La dipendenza potrebbe essere “obbligatoria per i giovani e facoltativa per i mmg in servizio”, che presumibilmente resterebbero in seno al servizio sanitario nazionale; si tratta, comunque, solo di una bozza: la proposta di legge è ancora lontana e divide lo spettro politico.

“Una narrazione di medici fannulloni”

Per Agrusti anche alcune delle motivazioni alla base della necessità di passare alla dipendenza non sono condivisibili. “C’è una narrazione – aggiunge il segretario del Friuli Venezia Giulia – che sostiene che durante la pandemia la medicina generale sia stata assente: niente di più falso, i nostri studi sono stati gli unici presidi sanitari che non hanno mai interrotto l’attività. Più della metà dei medici morti di COVID-19 erano mmg”. E aggiunge: “Abbiamo dato un contributo determinante per il tracciamento della pandemia. Il problema è rendere più attrattivo il nostro lavoro per invogliare i giovani medici. Rimaniamo, comunque, aperti al confronto”, ha dichiarato. Così invece Silvestro Scotti dalla segreteria nazionale: “Bisogna sedersi a un tavolo, perché la questione del ruolo giuridico sta nascondendo il vero problema, che denunciamo da tempo, cioè il racconto di una medicina generale fannullona, inefficace e che avrebbe pure perso la partita contro il Covid”.


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