Niente sesso e niente nudi, siamo attori (italiani)! Ma da dove viene questo puritanesimo?
La carriera di Pilar Fogliati, attrice trentaduenne giunta agli onori della cronaca (anche) per aver presentato la prima puntata di Extra Factor insieme con Achille Lauro – ha toccato il suo top di notorietà, dopo alcuni film e fiction non memorabili (ne ha anche diretto uno) partecipando a Follemente, il super successo commerciale diretto da Paolo Genovese. Ebbene, in un’ intervista di Valerio Cappelli sul Corriere della Sera, Fogliati ha fatto sapere di aver provato grande imbarazzo girando con Edoardo Leo scene di sesso (si fa per dire…) in mutande e reggiseno. Imbarazzo nei confronti del di lei papà e del di lei fidanzato.
Scrive Michele Anselmi, già critico de L’Unità (quella vera) che seguo sempre con piacere: “Solo da noi oggi in Italia, un tempo non era così, le scene di sesso sono concepite come un minuetto lieve sotto le lenzuola con qualche fintissimo mugolio di piacere”. Verissimo, ed è una triste realtà. Fogliati ha studiato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico dove avrebbero dovuto insegnarle che vergognarsi delle scene osé non è proprio il non plus ultra. Sono cose che succedono in Italia (tranne rarissi-me eccezioni, come – ne cito una – il nudo e il sesso, sia pur accennato, con il giovane Giacomo Gianniotti, di Monica Guerritore nella fiction Netflix Inganno di Pappi Corsicato). E ci sono diversi motivi se oggi in Italia le cose girano così.
Spesso nei contratti di ingaggio degli attori sta scritto: niente sesso o niente nudi, o entrambe le condizioni: se no non firmo, al di là delle necessità legate allo sviluppo della storia. Del resto, sesso oggi in Italia ce n’è poco e trattato ridicolmente perché gli stessi registi si autocensurano: fanno indossare alle attrici mutande e reggiseno o le nascondono sotto un ridicolo lenzuolo (roba che Nagisa Ōshima si rivolterebbe nella tomba). Il che vale anche per gli uomini…
Per i produttori è un grosso problema: molti film che, dopo la sala, potrebbero andare in tv, non li mandano in onda perché, di fatto, la Commissione Censura (anche se oggi veste panni democratici e non si chiama più così) esiste ancora e può decretare se un film dev’essere vietato ai minori di 14 anni (che si possono trasmettere dopo le 22 e 30) oppure ai 18 per i quali vige il diktat ‘in tv-mai’. Il fatto è che – anche, per certi aspetti, in omaggio a un malcelato senso del politicamente corretto, la malaerba di questi anni – già in partenza le scene di sesso nei prodotti cinematografici (per non parlare della maggior parte delle fiction delle reti Rai e Mediaset sulle quali, da questo punto di vista, stenderei un velo pietoso) sono ‘censurate’ o, peggio, ‘autocensurate’.
Nei luminosi anni 70-80 non era così: sia per i film d’autore che per quelli commerciali. Se è pur vero che grandi opere (una per tutte Ultimo tango a Parigi) venivano bloccate o minacciate di rogo da magistrati-moralizzatori, poi uscivano lo stesso senza tagli. Ma penso anche alle commedie sexy all’italiana, ai decamerotici, persino ai poliziotteschi dove i nudi integrali e le scene di sesso non mancavano mai come, financo, in qualche spaghetti-western. Ma che cosa è successo? Perché è calato questo squallido manto di puritanesimo?
Certo, anche allora, certi magistrati sequestravano i film, ma lo facevano spesso dopo le segnalazioni di paladini di associazioni cattoliche o pro-familia. I filmaker, però, se ne fregavano, anzi, a volte promuovevano le denunce per pubblicizzare i propri film che, dopo le vicissitudini, uscivano comunque in sala. I tempi cambiano: del resto, come meravigliarsi se sui siti come Facebook o Instagram vige la legge della guerra al capezzolo mentre impazzano liberamente contenuti deliranti come quelli dei cosiddetti ‘complottisti’ autori di ‘balle spaziali’ (per citare il grande Mel Books) che vengono pericolosamente ingurgitate e digerite da milioni di utenti.
Tornando alla pruderie della signorina Fogliati, mi vien da pensare ad attrici del calibro di Emma Thompson (solo per fare un esempio, ma potrei farne molti altri…) che si è mostrata, a 63 anni, in uno splendido nudo frontale e in una scena di masturbazione ne Il piacere è tutto mio, 2022, di Sophie Hyde, di produzione britannica. I film stranieri, soprattutto francesi, ma anche spagnoli e scandinavi, non si fanno problemi a mostrare sesso realistico e nudità, ma in Italia c’è stata una retromarcia sottoculturale che ha bloccato le faticose conquiste di liberazione dell’immagine raggiunte negli anni 70.
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