Niente libertà per Dassilva, il Riesame conferma il carcere per l’indagato dell’omicidio di Pierina
E’ arrivata nel pomeriggio di venerdì la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame di Bologna che hanno rigettato la richiesta dei legali di Louis Dassilva, indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli, di scarcerare il loro assistito alla luce dei risultati dell’incidente probatorio sulla cam3 che evidenziava come non potesse essere il 35enne l’ignoto ripreso dopo il delitto della 78enne. Per il metalmeccanico senegalese, nel giro di una settimana, è la seconda volta che si vede negare la libertà per un omicidio del quale si è sempre protestato innocente. Il diniego dei giudici felsinei, infatti, arriva dopo quello del gip del Tribunale di Rimini Vinicio Cantarini che lunedì scorso aveva a sua volta rigettato la richiesta di scarcerazione presentata dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi che difendono Dassilva. Nella decisione del giudice per le indagini preliminari, nel motivare il rifiuto, hanno pesato molto le dichiarazioni fatte da Manuela Bianchi, nuora della vittima e amante del 35enne, nel corso dell’incidente probatorio durato tre giorni e, allo stesso tempo, il rifiuto dell’indagato di un confronto faccia a faccia con la donna. Per Cantarini, infatti, “non ci sono piste alternative” sull’omicidio di Pierina”.
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Le motivazioni del Tribunale del Riesame, invece, arriveranno tra una decina di giorni ma, secondo quanto emerso, nell’udienza durata quasi 7 ore di giovedì non sarebbero stati portati all’attenzione dei magistrati nuovi elementi. I legali dell’indagato non hanno voluto rilasciare dichiarazioni ma hanno già annunciato che ricorreranno in Cassazione sia per la decisione presa a Bologna che per quella di Rimini. Nel frattempo, comunque, prosegue la battaglia di perizie e incidenti probatori. Sul tavolo, infatti, ci sono ancora gli accertamenti sugli audio catturati da una telecamera di videosorveglianza posizionata in un box nel garage sotterranei del complesso di condomini di via del Ciclamino. Rumori e suoni che, per l’accusa, confermano il racconto di Manuela Bianchi secondo cui Dassilva era presente nel seminterrato al momento della scoperta del cadavere di Pierina e che avrebbe “indottrinato” l’amante per far emergere il ritrovamento del corpo. Ricostruzione rigettata dagli avvocati del senegalese che spiegano come “Il nostro consulente di parte ritiene che non sia possibile su base scientifica identificare i rumori o i suoni che si sentono a voci. La telecamera è posta a oltre 60 metri dal luogo dove vengono prodotti i suoni e ci sono diversi elementi di contaminazione”.
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Ulteriori accertamenti devono essere svolti anche sulla cam3 della farmacia San Martino le cui immagini, fin dall’inizio, erano considerate la prova regina dagli inquirenti catturando Dassilva pochi minuti dopo il delitto della Paganelli. Ricostruzione che, però, è stata smontata dal perito del gip che ha rilevato come la statura dell’ignoto non fosse compatibile con quella dell’indagato. Sul filmato, però, il giudice per le indagini preliminari ha chiesto un secondo incidente probatorio per accertare la pigmentazione della pelle della figura che attraversa via del Ciclamino 4 minuti dopo l’omicidio. Sui risultati, che in un primo momento sarebbero dovuti essere discussi il prossimo 28 aprile, i periti hanno chiesto una proroga e la relazione dovrà essere depositata entro il 3 giugno.
I familiari di Pierina Paganelli, per il tramite degli avvocati Marco e Monica Lunedei, “prendono atto con favore della conferma della custodia cautelare in carcere nei confronti di Louis Dassilva. Il Tribunale del Riesame, facendo un’analisi corretta del quadro accusatorio e degli atti di indagine, ha confermato l’ottimo lavoro svolto da parte della Procura e dei Magistrati del Tribunale di Rimini, nonché dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato, a tutti i quali va il ringraziamento dei familiari della vittima per il grande impegno profuso in questi lunghi mesi al fine di assicurare alla giustizia l’assassino della povera donna”.
“Prendiamo atto della decisione del Tribunale del Riesame di confermare la misura cautelare in carcere nei confronti del signor Dassilva – ha commentato Davide Barzan, consulente dello Studio Barzan che tutela Manuela Bianchi. -Esprimiamo soddisfazione per tale pronuncia, che ribadisce, ancora una volta, la piena credibilità delle dichiarazioni rese dalla signora Bianchi, le quali, oltre a risultare coerenti e circostanziate, sono state riscontrate in maniera puntuale dagli organi inquirenti.”
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