niente alleanza alle elezioni in Emilia-Romagna
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Il centro sinistra trema: nella giornata di ieri, 1° ottobre, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha dichiarato conclusa l’esperienza del cosiddetto ‘campo largo’, cioè l’alleanza politica di diversi partiti, tra cui i 5 Stelle e il Partito Democratico. Conte, ospite del programma televisivo Porta a Porta, ha detto di non essere disponibile ad affiancare il suo simbolo a quello di Matteo Renzi, leader di Italia Viva. “Renzi si è sempre distinto per distruggere, rottamare, prende i soldi dai governi stranieri, ed è all’origine della contaminazione tra affari e politica. Fa lobbismo, in Italia e all’estero. Rappresenta una vera incompatibilità per i nostri obiettivi politici, ed è una mina a orologeria” ha detto l’ex premier.
“Se Conte vuole fare una battaglia contro Schlein, la faccia pure – ha risposto prontamente l’ex segretario del Pd – ma non sulla pelle dell’Emilia-Romagna, terra che ha già formalizzato la coalizione. Noi ci saremo. Non mettiamo veti ai grillini, anche se hanno fatto opposizione a Bonaccini”.
Genova, Perugia e Bologna
I risvolti per le prossime elezioni regionali possono essere diversi. In Liguria ormai i giochi sono fatti, visto che Renzi ha ritirato il proprio simbolo dall’alleanza che appoggia Andrea Orlando, mentre in Umbria Italia Viva non era intenzionata ad entrare nella coalizione che supporta la candidata di centrosinistra Stefania Proietti. La vera partita si gioca in Emilia-Romagna, dove le liste andranno depositate solamente a fine ottobre.
Da Roma, gli echi di una frattura si sono sentiti fino a Bologna. Pronte sono arrivate le parole di Michele De Pascale, candidato del Pd: “Per una larga coalizione di governo serve fiducia reciproca e un progetto condiviso ed è evidente che questo oggi purtroppo a livello nazionale non c’è. In Emilia-Romagna invece non solo esiste ma si è anche allargato a oltre 60 liste civiche sulla base di un progetto concreto e ambizioso”.
“Mi sono candidato per guidare l’Emilia-Romagna, per difendere la salute pubblica, per rendere sicuri i territori alluvionati, per conciliare il lavoro e la transizione ecologica – continua il sindaco di Ravenna –. L’Emilia-Romagna è troppo importante, io mi voglio occupare solo di lei e, con grande rispetto, chiedo a tutti di fare lo stesso”.
Toni opposti, invece, per Elena Ugolini, candidata civica appoggiata da destra e centrodestra: “Il campo largo è un’accozzaglia di partiti creata solo per ‘andare contro’, non per costruire il futuro della nuova Regione. Lo dimostrano le profonde divergenze su temi fondamentali, come infrastrutture e ambiente. Sono divergenze che impediranno di garantire un governo efficace per l’Emilia-Romagna” ha scritto Ugolini sui social.
Per ora nessun commento da parte di Alleanza Verdi e Sinistra, che pure aveva digerito la presenza dei renziani, storicamente indigesta, nelle liste regionali. Per il Partito Democratico, oltre a De Pascale, da Roma ha parlato il capogruppo al Senato, Francesco Boccia: “Se non vogliamo lasciare la destra e Meloni a Palazzo Chigi sine die, è evidente che bisogna rafforzare l’alternativa, che dobbiamo costruire dando risposte ai problemi delle persone”.
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