Puglia

Nidi e scuole dell’infanzia all’aperto, la Puglia vara regolamento

Approvato dalla giunta regionale della Puglia lo schema di regolamento attuativo che introduce e disciplina in modo organico il modello educativo di nido e scuola dell’infanzia in natura. Si tratta “di un modello pensato per bambini e bambine da 0 a 6 anni, che prevede attività educative svolte prevalentemente all’aria aperta, a stretto contatto con la natura, in contesti agricoli e rurali. Un nuovo modo di educare, immersi nella natura o nei ritmi del mondo rurale”.

“L’educazione in natura non è una moda, ma una visione pedagogica solida e rispettosa dei tempi dell’infanzia – dichiara l’assessore alla Formazione e lavoro, Sebastiano Leo – Con questo regolamento la Puglia diventa una delle prime regioni italiane a dare pieno riconoscimento normativo a un modello educativo che valorizza il legame con il territorio, con le aziende agricole e, in generale, con il patrimonio naturale locale”. La legge regionale, rispettando le osservazioni del ministero dell’Istruzione, non introduce nuove tipologie di servizi, ma riconosce l’educazione in natura come un progetto educativo specifico applicabile sia ai servizi educativi già esistenti e alle scuole dell’infanzia sia a nuove unità di offerta, quando organizzati in prevalenza in ambienti naturali o a contatto con la natura.

Il regolamento – composto da 7 articoli – stabilisce: i requisiti strutturali degli spazi all’aperto; le competenze educative e professionali richieste al personale addetto, comprese le figure esperte in educazione in natura; le modalità di interazione con contesti naturali esterni. “Non si tratta solo di innovare l’offerta educativa – aggiunge l’assessore – ma di rafforzare la rete della comunità educante puntando su un modello educativo a contatto con la natura in grado di far crescere i nostri bambini e le nostre bambine con una forte sensibilità ai temi ambientali sin dall’infanzia. In un tempo segnato dall’iperconnessione, ritrovare l’equilibrio con la natura è un atto educativo e anche culturale”, conclude Leo.




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