Neve sempre più tardi durante l’anno: sul Monte Rosa oltre un terzo cade in primavera
Nelle ultime due stagioni oltre un terzo della neve fresca è caduta nei mesi primaverili. In particolare tra il 15 e il 17 aprile scorso è caduto oltre un terzo dell’intero accumulo stagionale, ciò conferma «come le nevicate più abbondanti si stiano concentrando sempre più in primavera».
A dirlo sono i risultati dell’analisi climatica svolta dal Laboratorio di Climatologia Alpina sul Monte Rosa che mostrano come sia in corso «un notevole cambiamento ambientale in alta quota, con numerose precipitazioni estreme, tutte condensate in primavera».
Il pluviometro di un ultima generazione che i ricercatori hanno a disposizione dal 2023 – un “Trws x2y” donato dallo sponsor Frosta, il colosso dei surgelati, e collocato a quota 3030 metri – rivela come tra giugno 2024 e maggio 2025 le registrazioni delle precipitazioni giornaliere evidenziano una modifica «nell’andamento che potrebbe suggerire una variazione di regime collegabile al cambiamento climatico».
A conferma di ciò i dati del pluviometro: nei 12 mesi di analisi, la temperatura media è stata di –1,1 °C mentre tutte le temperature massime mensili hanno superato lo zero, un andamento da monitorare a questa quota. Nello specifico i ricercatori isolano la data del 29 giugno come «evento eccezionale» con 66 millimetri di pioggia in un solo giorno «che hanno causato frane e allagamenti», e focalizzano l’attenzione anche sulla metà di aprile in cui si è concentrato un terzo della neve stagionale.
«Sono nevicate – spiegano i climatologi – che garantiscono una momentanea tranquillità sulla disponibilità di risorse idriche: ma non si possono ignorare i rischi legati a fenomeni così intensi e improvvisi. Un accumulo così massiccio di neve in pochi giorni aumenta sensibilmente la probabilità di valanghe e distacchi».
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