Nessuno vuole uscire con i giovani conservatori di Washington: la solitudine dei single pro Trump nella capitale democratica
A Washington D.C., la città simbolo dell’America progressista, i sostenitori di Donald Trump faticano a trovare l’amore. Dove il 92,5% degli elettori ha scelto Kamala Harris, la vita sentimentale dei cosiddetti Maga, conservatori fedeli al motto Make America Great Again, è diventata una sfida.
Ne parla il Washington Post. Michelle Jacoby, fondatrice dell’agenzia di appuntamenti DC Matchmaking, ricorda che fino al 2016 «le convinzioni politiche non erano neppure una voce nei questionari per i clienti». Oggi, invece, è una delle prime cose che si vogliono sapere.
E anche Susan Trombetti, alla guida dell’agenzia Exclusive Matchmaking, racconta episodi eloquenti: uomini progressisti che rifiutano di uscire con chi guida una Tesla, o donne liberal che non vogliono nemmeno essere presentate a un repubblicano.
La politica è diventata un filtro identitario, quasi morale. Lo conferma una giovane collaboratrice repubblicana del Congresso, 27 anni, che chiede di restare anonima. «C’è chi usa parole come fascismo o nazismo con troppa leggerezza», afferma. «Se qualcuno pensa davvero che io lo sia, non vorrà mai conoscermi. Ma nemmeno io potrei stare con una persona che mi considera in quel modo».
Il risultato è una progressiva chiusura: i conservatori cercano altri conservatori, spesso all’interno di un circolo ristretto, dove tutti si conoscono. Per colmare il vuoto relazionale sono nati eventi, circoli e feste riservate a chi condivide la stessa visione politica. La consulente Raquel Debono, ad esempio, organizza da anni gli incontri «Make America Hot Again», versioni repubblicane dei classici speed date newyorkesi. «Non so se qualcuno si sia sposato grazie a queste serate, ma molti si sono divertiti».
Un’altra iniziativa è il DC Social Collective, fondato nel 2021 da Christopher Byrne, 28 anni, professionista del non profit e cattolico praticante. Gli eventi che promuove – balli, feste stagionali e incontri di networking – attirano centinaia di giovani, per lo più conservatori. Alcune coppie, riferisce, si sono persino sposate dopo essersi conosciute lì. Lui, però, non ha avuto la stessa fortuna: «Sono uscito con quaranta o cinquanta persone, ma nessuna storia duratura», racconta.
Molte donne Maga condividono una visione tradizionalista dell’amore, ma faticano a incontrare uomini che la incarnino. Morgan Housley, 29 anni, impiegata in un’organizzazione di advocacy conservatrice, cerca un uomo di fede, sportivo, capace di «proteggere e prendersi cura». Il problema, però, è che gli uomini che incontra «non sono in forma, lavorano troppo e non prendono sul serio l’idea di sposarsi». Credeva che, entrando nel mondo della politica conservatrice, avrebbe trovato «più mascolinità», ma la realtà è ben diversa.
Taylor Hathorn, 33 anni, che lavora nel settore della difesa, racconta un percorso simile. In sei anni ha avuto una cinquantina di appuntamenti, sempre con intenzioni serie. «Evito Tinder, è troppo superficiale. Voglio sapere dove una persona va in chiesa, cosa legge, quali valori ha». Quando Trump è tornato alla Casa Bianca, aveva sperato in un cambiamento: «Pensavamo che con più uomini conservatori a Washington sarebbe stato più facile. Non è stato così».
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