Umbria

Neonato disabile dopo il parto, in Appello riviste le condanne di due medici coinvolti


Erano stati condannati dalla Corte dei conti, in primo grado, a risarcire l’Usl2, rispettivamente per 1,1 milioni di euro, mezzo milione e 188 mila euro, tre medici dell’ospedale di Foligno ritenuti responsabili dei danni permanenti, riportati da un neonato, subito dopo il parto, risalente al 2002. A distanza di 23 anni, uno dei professionisti risulta deceduto, pertanto il procedimento a suo carico è estinto; negli altri due casi i giudici, in Appello, hanno assolto una dottoressa e dimezzato la cifra risarcitoria per il suo collega che dovrà all’azienda sanitaria 600 mila euro.

Ospedale Foligno Il danno erariale contestato era derivato dal rimborso di una franchigia assicurativa a seguito di una condanna civile per le lesioni subite dal piccolo. Il bambino, da quanto accertato, avrebbe riportato danni permanenti a causa delle lesioni subite durante la prestazione ospedaliera; è venuto alla luce con una percentuale di invalidità prossima al 100%, causata da carenza di ossigeno. Il Collegio d’Appello ha collegato la causa di tale invalidità alla responsabilità del sanitario che ha gestito la fase finale del parto, scagionando la collega, che aveva tenuto in osservazione la paziente precedentemente, da ogni responsabilità.

Invalidità permanente Secondo la ricostruzione, se il taglio cesareo fosse stato eseguito più rapidamente, non si sarebbero verificate quelle conseguenze. Le lesioni e l’invalidità sono state anche collegate a omissioni quali la scorretta tenuta della cartella clinica. La somma risarcitoria a carico del medico ritenuto responsabile, è stata rivista solo per omessa applicazione del potere riduttivo spettante alla Corte di primo grado,  in relazione alla problematica della franchigia assicurativa aggregata.

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