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Nella sala che controlla aerei e droni: “Dai cieli vediamo anche dentro i cassonetti”

Gli angeli custodi volano così in alto da non potere essere visti, ma scrutano tutto. Hanno ali lunghe venti metri e sono silenziosi: a settemila metri sono un punto grigio confuso nel cielo della Capitale. Per questo la presenza di una coppia di droni da ricognizione MQ-9 a protezione dei funerali di Papa Francesco è stata tenuta segreta: nessuno poteva sapere che stavano sorvegliando tutto, nella luce e nell’oscurità.

L’ora X è scattata ieri alle 8, quando nella piazza già gremita di fedeli sono cominciate ad affluire le autorità: dozzine di cortei diretti verso San Pietro, lungo percorsi comunque prevedibili nel tratto finale. Gli occhi elettronici delle sentinelle alate hanno riversato le immagini sugli schermi del Covi, il Comando operativo di vertice interforze: una centrale in grado di gestire qualsiasi emergenza, pronta a ospitare anche il governo in un bunker sotto l’aeroporto di Centocelle. I locali sono schermati contro ogni intrusione spionistica o informatica: le porte riconoscono solo le impronte digitali del personale autorizzato. Da lì le riprese sono state ritrasmesse alla sala di crisi della prefettura, responsabile della sicurezza dell’evento.

I sensori dell’MQ-9 sono il massimo della tecnologia, creata negli Stati Uniti per la «guerra globale contro il terrorismo» e perfezionata con apparati italiani. Passano dalla visione ottica a quella radar o infrarossi, fondendo le capacità dei tre apparati per ottenere risultati sorprendenti: vedono sotto gli alberi e sotto le tettoie, mettono a nudo le siepi, penetrano negli angoli bui. Offrono la panoramica dell’intero quartiere intorno al Vaticano, mostrando contemporaneamente le diverse colonne di veicoli che scortano i leader internazionali. Poi vanno a ingrandire un oggetto sospetto, come il bidone della raccolta differenziata comparso dietro a un muretto di una delle «strade calde»: si possono contare le bottiglie all’interno. Si concentrano spesso sui punti ritenuti pericolosi, come gli ingressi del tunnel del Gianicolo o i vicoletti del Borgo Pio.

Verso le 9.40, la prima fase critica è conclusa: Trump, Zelensky, Macron, Meloni e le altre personalità hanno raggiunto il sagrato di San Pietro. Il generale Giovanni Maria Iannucci, che comanda il Covi, può rilassarsi. Al suo fianco ci sono ufficiali di esercito, aeronautica, marina, carabinieri, in collegamento diretto con lo Stato maggiore della Difesa e i vertici di ogni forza armata. A giugno durante il G-7 pugliese la struttura aveva coordinato la protezione dei lavori; in quest’occasione si occupa di contribuire all’attività di prefettura e questura, facendo la guardia contro le minacce terroristiche più inquietanti.

Tutto il dispositivo messo in campo dal ministro Guido Crosetto riversa informazioni in questo bunker. Le tracce radar raccolte dal cacciatorpediniere “Caio Duilio”, schierato a largo di Fiumicino, e quelle della rete dell’aeronautica si integrano in un’unica visione che arriva ai piloti di una coppia di intercettori Eurofighter — poi sostituiti da due F-35 — in volo sul Lazio. Le attività a terra sono vagliate dagli algoritmi del software “Imperio” per comporre una mappa digitale della situazione. In una sala accanto, il team delle operazioni spaziali ha anche le immagini captate dai satelliti spia nazionali.

C’è un altro aereo molto speciale in azione, con il codice Perseo71: dall’alba è rimasto sul Tirreno, facendo su e giù tra l’Argentario e Procida. Da quella distanza ha tenuto sotto controllo mezza Italia, inclusa Roma. Il Gulfstream Caew è uno dei sistemi più avanzati del pianeta e costa mezzo miliardo di euro. Sorveglia tutto in un raggio di 370 chilometri: cielo, terra, mare, localizzando e seguendo una barchetta o un furgone. E ha un cervello elettronico basato sull’intelligenza artificiale che segnala automaticamente qualsiasi elemento sospetto: è stato l’arcangelo dell’evento, che ha analizzato senza sosta i dati convogliati da ogni sensore presente nella Capitale.

Poco dopo le 12 termina la cerimonia in piazza San Pietro ed entra in attività il secondo drone MQ-9, per verificare che gli itinerari verso Fiumicino siano «puliti»: vigila dall’alto la colonna blindata del presidente americano che corre all’aeroporto. All’ora del Vespro lo scudo militare viene smobilitato. Cosa avrebbe pensato Papa Francesco di tanti costosi mezzi bellici schierati per il suo funerale? La sala stampa vaticana ha commentato: «L’homo technicus e tutti i suoi dispositivi si sono messi al servizio dell’homo religiosus, per consentirgli di vivere al meglio la sua esperienza del sacro».


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