Marche

Nel 2019 blitz del Ministero al Pediatrico di Ancona, gli ispettori dissero: «Qui troppe cose inadeguate»


Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Gozzini sciorina numeri milionari sugli interventi per il Salesi, quello vecchio. Dalle strumentazioni hi-tech prossime all’inaugurazione – Tac, risonanza e apparecchio polifunzionale – alle sale parto modulari pronte per l’estate, fino alle assunzioni di personale. Troppa grazia. Saranno contenti a Roma, visto che dal 2019 aspettano questi (ed altri) miglioramenti caldamente suggeriti (leggasi: imposti) dagli ispettori ministeriali, intervenuti al pediatrico di via Corridoni per un audit dopo il tragico decesso di una donna durante il parto di un feto premorto.

I correttivi

Apporre significativi e costosi correttivi ad una struttura sanitaria vetusta e destinata a traslocare nel polo di Torrette non era affar semplice. Specie perché all’epoca si parlava di un trasferimento imminente, già nel 2022. Poi il Covid, l’impennata dei prezzi, le varianti in corso d’opera, gli immancabili ricorsi. Ed ecco che il traguardo per il nuovo Salesi è stato di volta in volta spostato più in là. Ora la deadline è fissata per il 2026, e ci vuole una certa dose di ottimismo per credere che verrà rispettata. Ma intanto i guai al Salesi – sempre quello vecchio – sono rimasti, anzi si sono acuiti. E in questo limbo gli investimenti, soprattutto in termini di manutenzioni, sono stati contenuti. Ha senso – la domanda fatidica dei Vertici – mettere soldi nella vecchia casa, se intanto si sta costruendo quella nuova?

I rilievi

Gli ispettori del Ministero, nel 2019, erano stati chiari: non solo ha senso, ma è doveroso. È lungo l’elenco delle criticità che avevano evidenziato nel sopralluogo al Salesi. Alcune sono state risolte, tante altre no. Una su tutte: l’assenza di una sala operatoria per le emergenze ostetriche all’interno dei blocchi del travaglio-parto. Ancora oggi i cesarei vengono eseguiti a 4 piani di distanza rispetto alle sale parto. La carenza viene compensata da un solo ascensore dedicato, ma gli emissari del Ministero evidenziavano quanto questa soluzione fosse inconciliabile con la connotazione di punto nascita di secondo livello, qualifica che richiede una sala operatoria sempre pronta e disponibile h24 per le emergenze ostetriche nel blocco travaglio-parto. Inadeguato appariva, agli occhi degli ispettori, anche l’accesso in urgenza all’hub perché avviene attraverso il Pronto soccorso pediatrico, con il successivo trasferimento delle donne all’ambulatorio dell’emergenza ostetrico-ginecologica al terzo piano, dove le emergenze ostetriche vengono gestite insieme a quelle ginecologiche. Tra i rilievi mossi nel 2019, anche la mancanza di un cardiologo per gli adulti, che dev’essere convocato di volta in volta da Torrette.

Una situazione di “dipendenza” dall’ospedale regionale che non si confà a un punto nascita di secondo livello. Eppure da allora la situazione è rimasta invariata, mentre investimenti sono stati fatti per migliorare la dotazione tecnologica e strumentale, anche se viene da chiedersi perché il nucleo Pma, dedicato alla procreazione medicalmente assistita, verrà a breve inaugurato a Torrette ancora prima delle sale parto al Salesi. Quanto al personale, gli ispettori tratteggiavano un clima lavorativo poco sereno al Salesi, non improntato a una logica di équipe e sfavorito da un eccessivo turnover del personale di comparto. La situazione non sembra così tanto migliorata. E sull’invito-dovere a completare nel più breve tempo possibile il trasferimento dell’Ostetricia e Ginecologia a Torrette, meglio non dire.




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