Calabria

‘Ndrangheta stragista, giudici in camera di consiglio – Calabria


Sentenza processo a Graviano e Filippone attesa in serata


(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 25 MAR – La Corte d’assise
d’appello di Reggio Calabria, davanti alla quale si è celebrato
il processo “‘Ndrangheta stragista”, si è ritirata in camera di
consiglio per emettere la sentenza. Dopo due anni di udienze,
quindi, si conclude il processo che vede imputati il boss di
Brancaccio Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone, presunto
affiliato alla cosca Piromalli della ‘ndrangheta. Entrambi, in
primo grado, sono stati condannati all’ergastolo.
   
Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo,
applicato alla Procura generale, ha chiesto la conferma della
sentenza di primo grado per Graviano e Filippone, accusati di
essere stati i mandanti dell’omicidio dei carabinieri Antonino
Fava e Vincenzo Garofalo, avvenuto il 18 gennaio del1994
sull’autostrada, all’altezza dello svincolo di Scilla. Secondo
la Dda, il duplice omicidio e altri due agguati ai danni di
militari dell’Arma avvenuti prima dell’assassinio dei due
carabinieri rientrano nella strategia stragista messa in atto da
Cosa nostra e ‘ndrangheta nella prima metà degli anni ’90.
   
Prima che i giudici togati e popolari si ritirassero in camera
di consiglio Giuseppe Graviano, collegato in video conferenza
dal carcere di Terni, ha fatto alcune dichiarazioni spontanee.
   
“Riguardo all’imprenditore del nord (Berlusconi, ndr) – ha detto
Graviano – io ho sempre riferito che i miei contatti con lui
erano solamente per i soldi che gli aveva consegnato mio nonno.
   
E ho detto tutte le date. La Procura di Firenze ha riscontrato
quello che ho detto. Il fatto è che non si vuole indagare”.
   
Graviano ha aggiunto di non conoscere i Piromalli. “Non ho mai
avuto rapporti con loro – ha affermato – e li ho conosciuti solo
in carcere. Io vi ringrazio tutti e vi dico che se si volesse
scoprire la realtà, vi ho dato i punti dove andare a cercare”.
   
Dopo Graviano è intervenuto, per la prima volta nel processo,
sempre con dichiarazioni spontanee, Rocco Santo Filippone: “Sono
innocente. – ha detto -, non conosco e non ho mai visto
Graviano. Io non ho mai parlato con un siciliano. Ho lavorato 40
anni per un’azienda e sono pensionato”.
   
La sentenza della Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Bruno
Muscolo (a latere Giuliana Campagna) è prevista in serata.
   
(ANSA).
   

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