Calabria

‘Ndrangheta a Milano, sequestrato patrimonio da circa 3 milioni a un 50enne legato ai Mancuso di Limbadi

I carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro propedeutico alla confisca emesso il 7 ottobre 2025 dal Tribunale di Milano — Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia. Destinatario del provvedimento è un uomo di 50 anni (Francesco Orazio Desiderato) pluripregiudicato e attualmente detenuto, ritenuto a capo di un’associazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti e a reati di natura fiscale, considerata espressione del clan calabrese Mancuso di Limbadi (VV).

L’attività di indagine patrimoniale ha messo in luce una forte sproporzione tra i redditi dichiarati e il tenore di vita dell’indagato, nonché il valore dei beni a lui riconducibili o nella sua concreta disponibilità. Gli accertamenti hanno inoltre evidenziato l’uso di prestanome per la gestione di parte del patrimonio frutto di attività illecite.

Nel dettaglio sono stati sottoposti a sequestro un bar-tabaccheria, un distributore di carburante con annesso autolavaggio, conti correnti e depositi bancari, due appartamenti, 15 autorimesse, 15 terreni edificabili e otto orologi di pregio: il valore complessivo dei beni ammonta a circa 3 milioni di euro.

L’indagine “OLD Irons”

Il provvedimento è il risultato di una complessa attività investigativa condotta dal Nucleo Investigativo di Milano e dalla Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura, nell’ambito dell’indagine denominata “OLD Irons”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia. La stessa operazione, il 25 febbraio scorso, aveva già portato all’arresto di 12 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga alla detenzione illegale di armi, dall’usura alla frode fiscale, con episodi accertati nelle province di Milano, Monza e Brianza e Vibo Valentia.

Secondo gli investigatori, il destinatario della misura reinvestiva i proventi illeciti — in particolare quelli derivanti dai traffici di sostanze stupefacenti — in attività apparentemente lecite intestate a terzi. I beni sottoposti a sequestro sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria in vista delle successive procedure di confisca.


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