‘Ndrangheta a Lamezia Terme, 19 condanne in Appello per presunti appartenenti o affiliati al clan Giampà
La Corte d’Appello di Catanzaro, seconda sezione penale, presieduta dal dottor Alessandro Bravin con i giudici Roberta Carotenuto e Maria Rosaria Di Girolamo, ha emesso il dispositivo della sentenza nel procedimento n. 1066/22 che vedeva coinvolti ventiquattro imputati, tra cui diversi appartenenti o presunti affiliati a contesti criminali legati al clan Giampà.
La decisione, che riforma in parte la sentenza emessa dal GUP del Tribunale di Catanzaro il 21 giugno 2021, ha portato a una rideterminazione di numerose pene, ad alcune assoluzioni e a revoche di pene accessorie.
Tra le principali decisioni, Danilo Cappello e Gabriele Caruso vedono rideterminata la pena a 2 anni e 8 mesi di reclusione e 12.000 euro di multa, con revoca dell’interdizione dai pubblici uffici.
Francesco Cerra e Morrison Alessio Gagliardi non dovranno invece più rispondere dei reati a loro ascritti per intervenuta prescrizione.
Assolti Antonio Giampà e Pasquale Mercuri perché “non hanno commesso il fatto”.
Più pesanti, invece, le pene per alcuni esponenti di vertice:
- Davide Giampà, riconosciuta la continuazione con una precedente condanna del 2013, vede rideterminata la pena complessiva in 10 anni di reclusione;
- Saverio Giampà condannato a 15 anni, 9 mesi e 10 giorni;
- Domenico Giampà a 4 anni di reclusione, con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni.
Per Luigi Notarianni, esclusa la recidiva e riconosciute attenuanti generiche prevalenti, la pena è stata fissata a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione, con revoca della libertà vigilata e assoluzione per i fatti precedenti al 2008.
Claudio Paola è stato invece condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione.
La Corte ha infine confermato le condanne per Roberto Castaldo, Domenico Chirico, Andrea Crapella, Vincenzo Giampà, Bruno Malvaggio, Maurizio Molinaro, Aldo Notarianni, Carmine Vincenzo Notarianni, Pasquale Notarianni, Davide Orlando, Francesco Renda e Antonio Stagno, condannandoli anche al pagamento delle spese processuali.
L’appello di Alessandro Torcasio è stato dichiarato inammissibile per rinuncia.
Il collegio ha fissato in novanta giorni il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza.
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