‘Ndrangheta a Lamezia, quella «stretta vicinanza» tra il carabiniere arrestato e i Trovato
Nell’inchiesta che nei giorni scorsi ha portato all’arresto del luogotenente dei carabinieri Vincenzo Pulice, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e di aver avuto un ruolo di primo piano in alcuni traffici di stupefacenti, non ci sono solo i rapporti del militare con il presunto capo cosca di Maida e Cortale, Mimmo Cracolici. Dalle carte dell’operazione “Artemis” infatti emerge anche quella che i pm della Dda di Catanzaro definiscono «stretta vicinanza» tra i fratelli Pulice (oltre a Vincenzo, ex comandante della Stazione carabinieri di Maida, sono stati arrestati anche Marcello e Antonio), con Franco Trovato, «già condannato per concorso esterno al sodalizio di stampo ‘ndranghetista dei Giampà di Lamezia Terme» ma non coinvolto in questa inchiesta.
Si tratterebbe di un «rapporto particolarmente stretto» di cui gli inquirenti si accorgono in occasione dell’omicidio di Gino Trovato, avvenuto il 7 marzo 2022 dopo un inseguimento e una sparatoria in pieno centro, per il quale sono stati condannati il 36enne Claudio Paola e il 23enne Antonio Monteleone. I fratelli Pulice, secondo quanto riporta la Dda, si adoperano per raccogliere informazioni «già pochissimo tempo dopo» il fatto di sangue, nel quale è rimasto ferito anche Luciano Trovato. Marcello Pulice, in particolare, si reca in ospedale proprio per verificare le sue condizioni di salute e poi riferisce al fratello carabiniere una serie di dettagli sull’omicidio e sulla lite che aveva preceduto la sparatoria.
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