Navico, firmato l’accordo, piano di ricollocazione anche per i lavoratori a tempo determinato

Una conferma che sancisce l’ufficialità. Stamani è stato firmato in Regione l’accordo per Navico, la multinazionale norvegese nelle settimane scorse aveva comunicato improvvisamente la decisione di delocalizzare la produzione in Messico, avviando le procedure di licenziamento per i 27 lavoratori dello stabilimento di Montespertoli. La firma è avvenuta in Regione, al tavolo convocato da Valerio Fabiani, consigliere per lavoro e crisi aziendali del presidente Eugenio Giani. Si richiama nella sostanza il pre accordo raggiunto pochi giorni fa ma si mette nero su bianco un piano per la ricollocazione dei lavoratori con l’importante novità che tutte le nusure e le risorse contenute in tale piano saranno a beneficio anche dei dipendenti a tempo determinato.
L’accordo conferma dunque lo stop ai licenziamenti forzosi utilizzando l’ammortizzatore sociale in alternativa ai licenziamenti: solo uscite volontarie e incentivate, anche con sostegni economici finalizzati ad accompagnare alla pensione coloro che sono già vicini ad avere i requisiti pensionistici. Previsto anche un servizio di aoutplacement con una società specializzata incaricata da Navico per ilavoratori che se ne vorranno avvalere.
I lavoratori per una parte saranno ricollocati in altre aziende del Gruppo, in parte invece dovranno cercare occupazione in aziende esterne: in quest’ultimo caso la ricollocazione sarà sostenuta sia con una dote della Regione – incentivi per la riassunzione di personale proveniente da crisi aziendale – sia con una dote da parte di Navico: al nuovo datore di lavoro, cioè all’impresa che deciderà di riassumere il personale ex Navico, saranno riconosciuti 16 mila euro per ogni lavoratore assunto da parte della multinazionale che si sommeranno alla dote regionale (ora aumentata fino a 11mila euro ) e al 20 per cento della Naspi non riscossa. Spiega Valerio Fabiani: “ Adesso che è scongiurato il licenziamento forzoso, sarà comunque cura della Regione e del Comune impegnarsi per la reindustrializzazione del sito. Questa è una delocalizzazione vera e propria, con la multinazionale che chiude l’attività e la sposta in Messico ma che non incappa nel cosiddetto decreto antidelocalizzazioni solo perché non ne ha i requisiti numerici. Per questo l’accordo è importante, perché ci siamo ispirati agli stessi principi di una norma alla quale tecnicamente non potevamo appellarci. Devo un ringraziamento a tutte le parti e specialmente ai lavoratori: hanno dato vita a una battaglia che ha coinvolto tutto il territorio e che è stata un ingrediente decisivo”.
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