Napoli, Maradona l’eterno: nei Quartieri Spagnoli la statua più alta “D10S”
A Napoli, una statua alta 6,20 metri celebra Diego Armando Maradona ai Quartieri Spagnoli, simbolo eterno della leggenda del calcio.
NAPOLI- Certe volte gli uomini non muoiono. Restano, anche quando la voce si spegne, anche quando le gambe non dribblano più. Restano nei vicoli, nei cori, nei cuori e si fanno altro. Si fanno memoria. Si fanno leggenda. E la leggenda, delle volte, diventa bronzo. Così accade a chi ha vissuto più vite di quelle che la sorte normalmente concede a un uomo. Così è accaduto a Diego Armando Maradona. Un nome, un corpo, un’anima che ha incendiato i campi di calcio e i cuori.
NAPOLI ESPLODE PER IL QUARTO SCUDETTO E PER LA STATUA DI MARADONA
Oggi, è sabato ma non un sabato qualunque per i partenopei. È il giorno dopo in cui Napoli, ieri 23 maggio 2025, ha toccato di nuovo il cielo. È il giorno dopo in cui Napoli ha scritto una nuova storia, quella del quarto scudetto, con la città che è esplosa in un abbraccio di lacrime e felicità. E, oggi, non in un sabato qualunque mentre anche il cielo sopra la città sembrava inchinarsi, è stata inaugurata la statua di Maradona. Che non è solo bronzo. E non è solo altezza. È spirito, pelle. È un pezzo di cuore incastonato nel ventre di Napoli.
Nel cuore pulsante dei Quartieri Spagnoli, dove la vita si vive ad alta voce, dove ogni vicolo racconta una storia e ogni muro sussurra il nome “Diego”, adesso si erge la statua più alta mai dedicata a Maradona: 6,20 metri di devozione, arte e memoria. Ma non è una statua e basta, no. È un simbolo. Un tempio laico. Un gesto d’amore eterno scolpito nella carne viva della città.
“D10S”, L’OPERA DELL’ARGENTINO SALVADOR GAUDENTI CON NAPOLI NEL CUORE
Ed è alta. Ed è forte come i sogni dei poveri. Fragile come le lacrime dei bambini dei quartieri. Ed è viva perché a Napoli non era solo una questione di calcio. Non era solo arte. È amore. È storia. La statua si chiama “D10S”. Gioco di lettere e numeri, certo. Ma soprattutto: dichiarazione di fede. Perché Maradona, per i napoletani e il sud Italia, non è mai stato solo un calciatore. È stato un destino. Un miraggio. Una preghiera che correva con il pallone tra i piedi.
La mega statura l’ha firmata Salvador Gaudenti, artista italo-argentino, che come Diego ha il cuore diviso in due: metà batte per Buenos Aires, metà per Napoli. Ha modellato il bronzo con rispetto e con quella sacralità che si riserva solo a ciò che non si può spiegare con la logica. E ora, nel largo dedicato al Pibe de Oro, davanti a chi lo ha amato senza chiedere nulla in cambio, la statua è stata issata. Immobile sì ma vibrante d’amore con un’anima vestita di metallo.
L’evento è promosso dal manager dell’artista Alessandro Dramisino in sinergia con Nr Museum di Nicola ed Enzo Raccuglia e i promotori della mostra itinerante “Un Secolo d’Azzurro” (Aldo Rossi Merighi e Sabrina Trombetti). Testimonial dell’inaugurazione Pedro Pablo Pasculli, campione del mondo con l’Argentina ed ex compagno di Maradona. Lui, il testimone di un tempo in cui il calcio non era solo sport, ma letteratura viva. Ed ecco che da oggi, 24 maggio 2025, a Napoli si erge la statua di colui che non è mai stato solo un calciatore. È stato un uomo, Diego, che arrivò coi ricci lunghi e il sorriso sporco di genio, ed è diventato un linguaggio, un modo di resistere, un modo di amare, una leggenda che adesso guarda la Napoli dall’alto.
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