Muraglione crollato a Castelletto, Mario e Caterina a settant’anni fuori casa da nove mesi: “Vivono come nomadi”
Genova. Quasi dieci mesi fuori casa, le valigie sempre pronte vicino al letto e nessuna notizia su quando (e soprattutto se) potranno rientrarvi. Per Mario, 77 anni, e la moglie Caterina, 75, il 9 novembre del 2023 è iniziato un incubo: in pochi minuti è crollato il muraglione del parcheggio condominiale tra via Acquarone e via Cabrini, nel quartiere di Castelletto, e sono stati costretti a lasciare in fretta e furia il loro appartamento portando con sé soltanto qualche valigia e il cagnolino.
Mario e Caterina sono gli inquilini e proprietari dell’abitazione al piano terra del palazzo che affaccia su via Acquarone su cui si è abbattuta la frana. Terra, detriti e persino le due auto posteggiate nel parcheggio soprastante sono rovinate sul muro posteriore del palazzo distruggendo finestre e balconi e tranciando anche tubi del gas. Il loro appartamento è quello più danneggiato e quello che a oggi ancora non ha prospettiva di tornare agibile.
“Il perito incaricato dal tribunale di accertare le cause del crollo ha escluso che vi siano responsabilità nel modo in cui è stato costruito il parcheggio – racconta a Genova24 Rosanna Cara, la figlia di Mario e Caterina – Questo significa che a oggi non ci sono responsabili su cui possiamo rivalerci. Non solo: attendiamo ancora dall’ingegnere incaricato dal condominio il preventivo che dovrebbe indicare i costi per rendere quantomeno agibile l’appartamento. Ad altri inquilini è arrivato, a noi nulla”.
Il sospetto è che la situazione, per l’appartamento di Mario e Caterina, sia talmente compromessa che la sistemazione di assi di legno a consolidamento della frana non sia sufficiente a garantire la sicurezza della coppia se dovesse rientrare: “E comunque non rientrerebbero – aggiunge Cara – Non sarebbero al sicuro. Il materiale deve ancora essere rimosso e preme sulle finestre, e all’interno ci sono danni ai mobili e muffa. Inoltre non c’è il gas, la terra ha sepolto il contatore e tranciato i tubi”.
Oggi Mario e Caterina sono in campagna, in una casa di famiglia riadattata per l’uso, ma tra settembre e ottobre torneranno a Genova, ancora una volta in affitto: “Sono andati da subito in affitto in un appartamento arredato, pagando ovviamente tutto di tasca loro. Il contratto era in vigore sino a maggio perché la casa sarebbe poi stata adibita a b&b per le vacanze. Abbiamo accettato pensando che nel giro di qualche mese sarebbero rientrati in via Acquarone. Invece siamo ancora nella stessa situazione e non ci sono prospettive di miglioramento”.
“Mia madre e mio padre hanno comprato quella casa nel 1990, la loro prima casa di proprietà – prosegue Rosanna – Avevano risparmi da parte, hanno fatto un mutuo e hanno deciso di comprarla perché era quella dei loro sogni. Ne hanno scelta una a piano terra, con il giardino. Avevano trovato la loro dimensione. Oggi vivono come nomadi, sempre con la valigia in mano. Abbiamo trovato per loro un’altra casa in affitto, arredata, a mille euro al mese nel levante di Genova, vicino a me e a mia sorella”.
Ancora una volta il contratto è fino a maggio, poi si vedrà. La speranza però è che qualcosa si muova quantomeno sul fronte dell’agibilità della casa: “Abbiamo fatto una riunione di condominio e i condomini si sono detti disponibili a dividere con i miei genitori la spesa per i lavori di ripristino dell’appartamento – conclude Cara – solo che oggi non possiamo procedere perché non sappiamo neppure se possiamo. Nel frattempo continuano a pagare le spese vive e i miei genitori non sanno se torneranno mai a casa”.