Muore a 27 anni dopo una festa: tragedia all’Alberone
Era tornato a casa da poco, dopo una serata tra amici, una festa come tante. Qualche risata, musica, il desiderio di lasciarsi alle spalle la settimana.
Invece, per Malkhaz Ekhvaia, 27 anni, originario della Georgia, quella notte si è trasformata in un dramma senza ritorno.
Il malore è arrivato all’improvviso, nel cuore della notte tra venerdì e sabato, in un appartamento di via Francesco Valesio, nel quartiere Alberone.
Secondo le prime ricostruzioni, Malkhaz aveva appena varcato la soglia di casa quando ha cominciato a sentirsi male. Un dolore improvviso, il corpo che cede, il respiro che si spezza.
I suoi coinquilini, ragazzi stranieri come lui, non parlano bene l’italiano. Ma capiscono subito che la situazione è grave. Corrono fuori, chiedono aiuto ai passanti, gridano. Qualcuno chiama il 118.
I soccorsi arrivano in fretta, lo trovano in condizioni critiche. Viene trasportato d’urgenza all’ospedale San Giovanni, in codice rosso. Ma non basta. Il cuore di Malkhaz si ferma poco dopo il ricovero. Per lui non c’è più nulla da fare.

La notizia si diffonde in fretta nel quartiere, tra i vicini, tra chi lo conosceva di vista e chi lo incrociava ogni tanto con un pallone in mano. Già, perché Malkhaz era un ex calciatore.
Aveva giocato in un campionato minore in Georgia, prima di trasferirsi a Roma per cercare un futuro diverso. Un ragazzo riservato, dicono, ma sempre gentile. Uno che sorrideva spesso.
Ora sulla sua morte indaga la polizia. Si ipotizza che il giovane possa aver assunto un mix di alcol e sostanze durante la festa.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti: un atto dovuto, spiegano, per chiarire se qualcuno abbia avuto un ruolo diretto o indiretto nel dramma.
Sono in corso esami tossicologici, ma soprattutto si cerca di capire cosa sia accaduto davvero durante quella serata. Chi c’era, cosa è stato consumato, se Malkhaz avesse già avuto problemi di salute.
Si cercano risposte, mentre una madre, lontana migliaia di chilometri, piange il figlio partito per inseguire una nuova vita e finito in prima pagina per una tragedia.
Nel frattempo, in via Valesio resta il silenzio. Le luci spente in quell’appartamento e il vuoto che si lascia dietro chi muore troppo presto.
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