multa con lo sconto per la Vis. Condannati anche i padroni di casa
PESARO A infliggere morsi, pugni e sediate su un giovane arbitro aretino lo scorso 8 giugno è stato uno dei tifosi e papà di un baby calciatore della Vis e ne risponderà a tempo debito in tribunale, ma la società biancorossa non è indenne da colpe. Almeno secondo la giustizia sportiva. Un mese fa la Vis infatti si è trovata a dover pagare un’ammenda di 6mila euro comminata dalla Corte sportiva territoriale della Toscana, ora scesa a 4mila, per non aver impedito al tifoso biancorosso di portare avanti la violenza negli spogliatoi dello stadio Città di Arezzo.
I controlli di sicurezza
Ma la società non ci è stata. Il Codice di Giustizia Sportiva prevede sì che la società sia responsabile del comportamento dei propri sostenitori, ma i legali della Vis hanno deciso di giocarsela in appello, puntando su due capisaldi. Il primo, “l’inadeguatezza del controllo degli ambienti da parte della Società ospitante”, ovvero l’Arezzo Calcio, sul cui campo lo scorso 8 giugno si è tenuto l’amichevole tra under13, arbitrata dal 18enne Lorenzo Petrelli e a cui aveva preso parte come giocatore il figlio di un operaio pesarese che ha poi vessato di botte Petrelli per un rigore non dato. È stata accettata dai giudici questa attenuante, tanto che anche la società amaranto si è vista costretta a pagare un’ammenda da 1.500 euro perché “avrebbe dovuto porre la massima attenzione ai luoghi oggetto del torneo calcistico”, inclusi anche gli spogliatoi.
Lo sconto
Il secondo punto, invece, è quello fondamentale, che non ha permesso l’annullamento totale della sanzione, come richiesto dalla Vis, ma ha quantomeno garantito uno “sconto” di 2mila euro. “L’azione del genitore del proprio tesserato è stata fulminea e assolutamente inaspettata – si legge nella sentenza – non era assolutamente prevedibile che il genitore citato si recasse nella zona spogliatoi riuscendo addirittura ad entrare nella stanza dell’arbitro chiudendo la porta a chiave e quindi impedendo, a meno di uno sfondamento della porta, l’accesso al locale”. Una scheggia impazzita, quindi, che difficilmente i dirigenti Vis avrebbero potuto fermare.
La motivazione
Intanto si attende il processo penale che vede il tifoso pesarese denunciato per lesioni aggravate, sequestro di persona e rapina. Il 45enne, già sotto Daspo, aveva chiuso a chiave lo spogliatoio dove avvenivano le violenze e poi, a sfregio, si era intascato anche gli orologi con cui Petrelli aveva arbitrato la partita.