Società

Müller punta sugli yogurt innovativi: obiettivo 500 milioni di vasetti in Italia

Non chiamatelo latte aromatizzato. Müllermilch è piuttosto uno snack da bere, fonte di proteine e vitamine, con pochi grassi e senza zuccheri aggiunti, rivolta alla generazione X. Una bevanda buona, sana e dal successo globale (è uno dei prodotti aziendali più performanti del gruppo) che il Gruppo Müller lancia anche in Italia. Con una piattaforma digitale e una campagna social, a partire da Tik Tok.

«Vogliamo farne un prodotto eroe, come chiedono i giovani, e cambiare i paradigmi del mercato, com’è da sempre nel nostro Dna», spiega Sergio Attisani, direttore generale di Müller Italia, terza filiale per fatturato del gruppo, dietro Germania e Uk. Una bella scommessa per un’azienda che, dal suo arrivo in Italia 30 anni fa, è sempre rimasta all’interno di un unico mercato, quello dello yogurt, dove oggi ha il 14% di quota totale a volume e punta a vendere quest’anno 500 milioni di vasetti.

Ma come nel 1995 il pubblico era formato da giovani (donne in particolare) e lo yogurt Müller (che prometteva di “fare l’amore con il sapore”) era una novità assoluta che rivoluzionò il mercato, altrettanto l’azienda vuole fare oggi con Müllermilch. «Abbiamo bisogno di rivolgerci ai nuovi consumatori, quelli che ci conoscono perché ci trovano nel frigo di casa (il brand è presente in oltre metà delle famiglie che comprano yogurt, ndr) e quindi non ne avvertono più l’innovatività – aggiunge Attisani – E per conquistarli proponiamo un prodotto che non ha rivali sul mercato italiano e che risponde alle loro preferenze per lo snack sano, da consumare on the go e in tante occasioni diverse, dal gaming alla pausa scolastica».

Müllermilch segna un’altra novità per Müller: è il primo prodotto venduto in Italia a non essere stato pensato e creato nel nostro paese. «La casa madre lascia grande autonomia alle filiali nazionali e sin da quando siamo arrivati a Verona abbiamo sviluppato prodotti, ricette e brand, come Seta e Soffio, pensati per i consumatori italiani. Tutte innovazioni reali, che in alcuni casi hanno poi avuto successo anche all’estero», sottolinea Attisani.

Per continuare a mantenere la promessa di un “effetto wow” l’azienda investe tanto in innovazione per rinnovare continuamente la sua offerta. Ora punta molto sul kefir perché è il fenomeno del momento e perché ne è il primo produttore in Europa. Infatti il Gruppo Müller ragiona in un’ottica globale. E non solo per le sue dimensioni (21 stabilimenti, oltre 33mila addetti e 9,3 miliardi di ricavi, di cui 5,9 miliardi nel lattiero-caseario) ma anche per l’approccio di valorizzazione totale delle 1700 tonnellate di latte crudo che lavora ogni anno, da cui ricava anche materie prime e semilavorati (come proteine del siero di latte e lattosio) destinati ad altre aziende e ottiene prodotti unbranded.


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