Moscovici: «La Francia ha un imperativo: ridurre deficit e debito che sono fardelli pesanti»
«Non si commenta un voto prima che ci sia stato. Ma certo, se il Governo Bayrou non dovesse ottenere la fiducia lunedì, la Francia entrerebbe in un terreno incerto. Il Presidente Macron dovrebbe aprire il procedimento per trovare una soluzione alternativa. Io penso che questa non possa che passare dai socialisti: o tramite un loro ingresso nel Governo, oppure tramite un loro appoggio esterno. È necessario che si trovi un compromesso per approvare la legge di Bilancio». Pierre Moscovici ha le idee molto chiare: la priorità in Francia è varare la legge di Bilancio, che porti i conti pubblici sul giusto binario. Presidente della Corte dei Conti francese dal giugno 2020, Moscovici è stato Commissario europeo per gli Affari Economici e Finanziari dal 2014 al 2019, ministro dell’Economia dal 2012 al 2014 e Ministro per gli Affari Europei dal 1997 al 2002. Conosce bene la politica francese. E, soprattutto, conosce bene i rischi di un debito e deficit eccessivo: attualmente la Francia ha il primo al 113,9% del Pil e il secondo intorno al 6%. Lo abbiamo incontrato a Cernobbio, al Forum Ambrosetti. Lui non si è tirato indietro.
Trovare la quadra della Legge di Bilancio non è facile: la politica è divisa, ma anche la società civile è sul piede di guerra. Oltre alla manifestazione “Blocca tutto”, c’è lo sciopero previsto per il 18 settembre. Situazione molto complessa.
La Francia deve fare lo sforzo di ridurre il deficit. Questo è imperativo, è nel nostro interesse. La crisi è al tempo stesso politica, finanziaria e sociale. Ma dal punto di vista del Bilancio, la strada da seguire è chiara: bisogna ridurre il deficit. Il debito è un fardello, che pesa sulla capacità del Paese di investire in innovazione, in difesa, nel futuro. Nessuno qualche anno fa avrebbe mai potuto immaginare che la Francia avrebbe avuto un debito/Pil più alto di quello di Portogallo, Spagna e Belgio. Nessuno avrebbe mai potuto prevedere che i nostri titoli di Stato avrebbero avuto rendimenti solo 8 punti base più bassi di quelli italiani. Questi dati dimostrano una cosa sola: che è arrivato il momenti di sistemare i conti pubblici.
Quanto è grave la situazione?
Non è affatto catastrofica. La Francia non rischia certo il default, né di dover chiedere aiuto al Fondo Monetario o all’Europa. Ma ugualmente bisogna riprendere il controllo delle finanze pubbliche.
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