Morto l’avvocato Arnaldo Loner: portò alla luce la vera storia del Lager di Bolzano – Cronaca
BOLZANO. È morto l’avvocato Arnaldo Loner. Uomo di una intelligenza superiore, ha cominciato ad interessarsi ai crimini nazisti sfociati in milioni di morti, quando era studente all’università. Ha letto montagne di documenti; ha ascoltato le testimonianze di chi aveva vissuto sulla propria pelle gli effetti di odio e razzismo. È così che è diventato un guardiano della memoria. Arnaldo Loner ha ceduto la sua immensa libreria all’inseguimento della Shoah alla Biblioteca provinciale.
Conosciutissimo in provincia non soltanto per il processo al boia nazista che si tenne a Verona. In qualità di avvocato di parte civile per conto del Comune di Bolzano nel 2000 Loner ha portato alla luce la vera storia del Lager di Bolzano, considerato per anni solo un campo di transito: fu luogo invece di torture e di morte, per mano soprattutto del ventenne nazista Seifert che si era poi rifatto una vita clandestina in Canada e che risultò anche grazie a Loner l’unico boia nazista condannato non in contumacia ma per davvero, con tanto di carcere a Verona.
Loner è anche grande uomo di cultura: bibliofilo raffinato e amico di Umberto Eco con il quale frequentava le più preziose biblioteche del mondo, ha costruito a casa sua una ricca e preziosa raccolta di libri anche antichi, partendo da quell’Hypnerhotomachia Poliphili stampato a Venezia nel 1499. E poi come amante della natura, si è impegnato nell’associazione Italia Nostra anche come presidente provinciale e nel Cai come vice.
Come rappresentante di Italia Nostra e come avvocato ha anche combattuto (e vinto) negli anni Settanta la battaglia per salvare Ponte Talvera dall’abbattimento dopo anni di chiusura. Ma l’impegno civile di Loner si è sviluppato anche in un’altra direzione: doppo il processo a Seifert, la sua missione è diventata combattere il negazionismo, cercando di far capire ai giovani il ruolo fondamentale della memoria. Per questo ho tenuto oltre cento conferenze nelle scuole di Bolzano, Merano, Rovereto, Trento, Verona. Infine va detto che il sottotitolo “Un ponte fra due culture” è dovuto anche al fatto che Loner è stato un raro e attivissimo testimone della collaborazione fra le due anime dell’Alto Adige, quella tedesca e quella italiana: cultore di entrambe le culture, è stato insignito per questo delle più alte onorificenze tirolesi: la Croce al merito del Land Tirolo e l’Ehrenzeichen des Landes Tirol.
“La mia missione – aveva detto – è andare nelle scuole a parlare dell’Olocausto e questo si trasmette solo attraverso il sapere”.
Ecco il ricordo di Michele di Puppo.
“Da qualsiasi parte si voglia raccontarla questa storia umana si continuerà a scoprire l’uomo dagli umili natali, che ha saputo salire più faticosamente di altri la scala dell’affermazione professionale”.
”Pronto anche nella risposta positiva alla sollecitazione sociale quando gli fu chiesto di candidare per il Senato della Repubblica, pur nella consapevolezza che sarebbe stata una competizione difficile. Loner riteneva che candidare era già ragione di gratificazione perchè convinto di svolgere un dovere civico a cui non intendeva sottrarsi”.
”Volle mettere anche la sua forza morale oltre che professionale per portare alla luce le tragiche storie e verità che si consumavano nel campo di concentramento di Bolzano, anche ben oltre il pieno riconoscimento delle responsabilità dei carnefici, perchè fu pronto a portare, ovunque richiesto, la sua testimonianza processuale e di ricercatore di quei fatti, delle vittime e degli aguzzini. Oggi grazie a lui ha più senso e consapevolezza civica ritrovarci ogni 25 aprile davanti a quel muro. Riposa nella pace dei Giusti”.