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Morto Brian Wilson, il genio delle hit che ha rivoluzionato la musica con i Beach Boys

Chi non ha mai ballato su Surfin’ Usa? Chi non ha mai canticchiato Wouldn’t It Be Nice? Chi non riconoscerebbe Good Vibrations? O in quanti film avete ascoltato God only knows? E chi non ha mai provato (con alterne fortune) i falsetti di I get around o Barbara Ann? Quegli arrangiamenti originali, virtuosi, quasi rivoluzionari portano la firma di Brian Wilson, morto pochi giorni prima di compiere 83 anni, fondatore dei Beach Boys, band (mai sciolta) che soprattutto negli anni Sessanta è stata tra le più influenti negli Stati Uniti. Wilson era considerato uno dei più grandi artisti della storia della musica, capace di influenzare il genere pop e rock della seconda parte del Novecento. Da tempo la famiglia aveva reso pubblico che Wilson soffriva di un “grave disturbo neurocognitivo” e stava assumendo farmaci per la demenza. “Siamo addolorati nell’annunciare la scomparsa del nostro amato padre Brian Wilson”, si legge nella dichiarazione. “In questo momento siamo senza parole. Vi preghiamo di rispettare la nostra privacy, poiché la nostra famiglia è in lutto. Sappiamo di condividere il nostro dolore con il mondo. Con amore e misericordia”.

Wilson era nato il 20 giugno 1942 a Inglewood, una città nel sud-ovest della contea di Los Angeles, in California, ed aveva mostrato fin da piccolissimo un grande interesse per la musica (da bambino suonava il pianoforte e insegnava ai fratelli a cantare in armonia) che lo portò negli anni del college a formare con i suoi fratelli Carl e Dennis e insieme a Mike Love e Al Jardine una band che inizialmente si chiamava Pendletones e che per volontà della loro prima etichetta discografica, la piccola Candix Records, venne ribattezzata appunto Beach Boys.

Dopo aver raggiunto nel 1961 la Top 10 con Surfin’ Usa e Surfer Girl, i Beach Boys raggiunsero la vetta delle classifiche nel 1964 con I Get Around, e ottennero il primo posto in classifica anche negli anni successivi del decennio con Help Me, Rhonda e Good Vibrations. Pet Sounds, del 1966, è una pietra miliare nelle classifiche dei migliori album rock, e includeva classici intramontabili come God Only Knows e Wouldn’t It Be Nice.

I Beach Boys iniziarono come gruppo di quartiere, provando nella camera da letto di Brian e in un garage nella periferia di Hawthorne, in California. La musica surf, per lo più strumentale nei primi anni, stava prendendo piede a livello locale: Dennis Wilson, l’unico vero surfista del gruppo, suggerì di approfittarne. Brian e Mike Love scrissero in fretta il loro primo singolo, Surfin’, un piccolo successo pubblicato nel 1961. Volevano chiamarsi Pendletones, in onore di una popolare camicia di flanella che indossavano nelle foto pubblicitarie. Ma quando videro per la prima volta le stampe di Surfin’, scoprirono che la casa discografica li aveva etichettati come The Beach Boys. La svolta arrivò all’inizio del 1963 con Surfin’ Usa, il loro più grande successo e la loro prima volta nella top10. Dal 1963 al 1966 difficilmente le loro hit non rientrarono nelle classifiche. Raggiunsero il primo posto con I Get Around e Help Me, Rhonda. Wilson litigò con Love per i crediti di scrittura delle canzoni, mentre la maggior parte dei suoi colleghi lo adorava: da Elton John e Bruce Springsteen a Smokey Robinson e Carole King. Il batterista degli Who, Keith Moon, sognava di unirsi ai Beach Boys. McCartney ha citato Pet Sounds come fonte di ispirazione per i Beatles e considerava la ballata God Only Knows una delle sue canzoni preferite. Wilson ha continuato ad affascinare fan e musicisti molto tempo dopo aver smesso di produrre successi. Negli ultimi anni della sua vita – insieme a un gruppo di giovani musicisti – aveva eseguito Pet Sounds e la sua opera restaurata, Smile, davanti a folle adoranti nelle sale da concerto.


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