Morti sul lavoro, quasi 900 vittime in dieci mesi: Abruzzo in zona arancione

Da gennaio a ottobre 2025 sono 896 le vittime sul lavoro in Italia. Il dato arriva dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, che evidenzia come rispetto allo stesso periodo del 2024 ci siano sei decessi in più. Di questi, 657 sono avvenuti sul luogo di lavoro e 239 in itinere, durante il tragitto casa-lavoro.
Il settore più colpito è quello delle costruzioni, con 119 morti, seguito da attività manifatturiere (98) e trasporti (84). I giorni in cui si verificano più infortuni mortali sono il lunedì, il venerdì e il martedì.
L’Abruzzo è tra le regioni classificate in zona arancione, con un’incidenza di infortuni superiore alla media nazionale, fissata a 27,5 morti ogni milione di lavoratori. In particolare, la provincia di Chieti presenta un indice di 34,2, con 5 decessi registrati, classificandosi al 38° posto tra le province italiane per incidenza di mortalità. Le altre province abruzzesi hanno valori inferiori: L’Aquila ha un indice di 25,8, Pescara 17,5 e Teramo 12,4.
I dati confermano che la fascia d’età più a rischio è quella degli over 65, seguita dai lavoratori tra i 55 e i 64 anni. Tra i lavoratori stranieri, il rischio di morte è più che doppio rispetto agli italiani: 57,7 morti ogni milione di occupati contro i 23,9 degli italiani.
Crescono anche le denunce di infortunio, che arrivano a quota 497.341, in aumento dell’1,2% rispetto all’anno precedente. I settori con il maggior numero di denunce sono manifatturiero, costruzioni, sanità, trasporti e commercio. I lavoratori stranieri coinvolti rappresentano circa il 20% del totale.
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