Morte di Samuele De Paoli: ultimo atto in Cassazione
di En.Ber.
Si avvicina la scadenza decisiva nella vicenda giudiziaria sulla morte di Samuele De Paoli, il giovane trovato senza vita il 28 aprile 2021 in un canale di scolo a Sant’Andrea delle Fratte. Entro la serata di domani accusa e difesa avranno tempo per depositare i ricorsi in Cassazione, dove si consumerà l’ultimo atto di questa complessa vicenda giudiziaria. La Corte d’appello di Perugia, nel confermare l’assoluzione di Hudson Pinheiro Reis Duarte – conosciuta come Patrizia – ha ricostruito la dinamica di quanto accaduto quella notte, accogliendo la tesi della legittima difesa.
La sentenza «Hudson Pinheiro Reis Duarte si è difesa dall’aggressione di Samuele De Paoli. E l’unico modo che aveva per farlo, era stringere il collo del ragazzo, che era sopra di lei e la picchiava, con la mano destra, mentre il braccio sinistro era schiacciato contro la portiera dal lato del conducente dell’auto di Samuele. Non aveva idea che il ragazzo fosse morto, sennò non sarebbe tornata sul posto e con un testimone». Questo si legge nelle motivazioni dei giudici d’appello, presieduti da Paolo Micheli, che hanno avvalorato l’ipotesi dell’autodifesa da parte della transessuale imputata. Samuele, ricordano, era in uno stato di grave alterazione psicofisica: «Pinheiro – scrivono i giudici – in buona sostanza, non avrebbe potuto conoscere le condizioni di peculiare rischio cardiaco in cui si trovava il suo antagonista, in quanto gravato in quel contesto da uno stato di sovraeccitazione psico-fisica cui non era certo estranea la ripetuta assunzione di cocaina».
Colluttazione drammatica La descrizione del momento della colluttazione è drammatica: «La ricorrenza della legittima difesa o quantomeno il ragionevole dubbio al riguardo della effettiva sussistenza di siffatta scriminante in favore dell’imputata, asseritamente trovatasi bloccata all’interno dell’abitacolo in posizione supina (sdraiata di schiena) sul sedile del guidatore con il fianco e il braccio sinistro costretti contro la portiera anteriore sinistra da De Paoli che la sovrastava con tutto il proprio corpo; in siffatta posizione obbligata Pinheiro aveva potuto utilizzare, per difendersi dalla brutale aggressione, soltanto il braccio destro afferrando al collo l’antagonista con la sua mano destra, stringendolo e cagionandone il decesso». Ma prima di quella tragica stretta, la violenza era già iniziata. I giudici descrivono infatti un’aggressione «certamente iniziata con una serie di colpi inferti a freddo dall’esterno dell’auto verso la passeggera Pinheiro nel tentativo di rimuoverla con la forza dal sedile anteriore-destro che costei si rifiutava di abbandonare» e sottolineano che la donna «era in qualche modo riuscita a svincolarsi e ad uscire dal veicolo e la colluttazione era certamente proseguita all’esterno dello stesso».
Tesi Respinta anche l’ipotesi che ci fosse l’intento di occultare il cadavere: «quella che definiscono una irrazionale manovra per spostare il corpo del ragazzo non fu fatta per nascondere il corpo, che sarebbe stato meno facilmente visibile, precisano, dentro l’auto del ragazzo». Pinhiero è difesa dall’avvocato Francesco Gatti. Gli sviluppi, ora, passano per la Corte di Cassazione. Le parti avranno tempo fino a domani sera per depositare i propri ricorsi: sarà l’ultimo passaggio di un caso che, tra perizie, violenze e interrogativi, ha scosso l’opinione pubblica e diviso le coscienze.
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