Morte della piccola Carlotta, la famiglia accusa ritardi nei soccorsi
Secondo l’avvocato arturo Bova, legale della famiglia La Croce, sulla morte della piccola Carlotta avrebbe inciso il ritardo dell’ambulanza. L’Asp di Catanzaro intanto ha aperto un’indagine interna
CATANZARO – La Procura di Catanzaro ha aperto un fascicolo in seguito alla morte della piccola Carlotta La Croce all’Ospedale di Catanzaro. Oggi sarà effettuato l’esame autoptico. L’ambulanza che avrebbe dovuto trasportarla dall’ospedale di Soverato a quello di Catanzaro sarebbe arrivata dopo due ore. A darne notizia è Arturo Bova, legale della famiglia della bambina deceduta.
Nella tarda serata del 26 luglio Carlotta avverte dei dolori, perdendo sensibilità alle gambe. Da lì i genitori la portano in ospedale a Soverato dove riceve le prime cure. I medici decidono il trasferimento al nosocomio del capoluogo di regione per una risonanza magnetica e, comunque, per approfondire le cause di quel malessere. Il mezzo non arriva e il papà di Carlotta manifesta «più volte la propria disponibilità a fare intervenire una autoambulanza privata a proprie spese per il trasferimento urgente a Catanzaro».
La ricostruzione aggiunge elementi, che, se veri, pongono una serie di interrogativi, per come spiega ancora l’avvocato Bova: «Gli è stato risposto che ormai si doveva aspettare l’Autoambulanza del 118 in arrivo da Maida, che doveva tornare vuota a Catanzaro». Ma l’ambulanza «purtroppo è arrivata da Maida dopo almeno due ore». A quel punto viene trasportata a Catanzaro dove da lì a poco è deceduta. Allo stato non è possibile accertare alcuna, eventuale, responsabilità.
Restano gli interrogativi posti dall’avvocato Bova: «Se la piccola Carlotta fosse stata trasportata dall’Ospedale di Soverato a quello di Catanzaro tempestivamente e non dopo almeno due ore di attesa, si sarebbe potuto intervenire diversamente e diagnosticare tempestivamente cose le stesse succedendo? Avrebbero potuto i medici dell’Ospedale di Catanzaro praticare delle cure più efficaci ed appropriate? Ma soprattutto, ci si domanda perché ci siano volute almeno due ore per far giungere una autoambulanza all’Ospedale di Soverato e perché non abbiano consentito ai genitori di far intervenire, a loro esclusiva cura e spese, una autoambulanza privata. Infine l’interrogativo più inquietante: perché non è stato autorizzato l’utilizzo dell’autoambulanza del Servizio 118 arrivata molto prima da Catanzaro a Soverato e rientrata vuota a Catanzaro subito dopo? Eppure il personale di quella autoambulanza aveva manifestato piena disponibilità a trasportare la piccola Carlotta a Catanzaro».
Intanto l’Asp di Catanzaro fa sapere di avere disposto un audit interno sulle procedure di soccorso e di trasferimento della piccola dall’ospedale di Soverato all’hub pediatrico e neurochirurgico di riferimento. Nominata una Commissione dedicata. Secondo l’Asp «la piccola era giunta alle 23.47 in pronto soccorso a Soverato per un dolore dorsale e perdita di sensibilità alle gambe; è stata sottoposta a esami ematologici e ad una Tac della colonna vertebrale con esito negativo. Durante la permanenza negli ospedali – tanto a Soverato quanto a Catanzaro – la piccola è sempre rimasta cosciente e vigile, senza febbre e con parametri vitali nella norma».
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